Il primato pedagogico dei beni comuni. “MeTis”. Mondi educativi 7(2)

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Il primato pedagogico dei beni comuni. “MeTis”. Mondi educativi 7(2)

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Il benessere e il progresso umano di tutti i cittadini

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Carlo Maria Martini, nel suo Viaggio nel Vocabolario dell’Etica, scrive che: “L’espressione ‘bene comune’ si compone di due parole: bene e comune. Bene significa il complesso delle cose desiderate che vorremmo augurare a noi e alle persone cui siamo legati. Comune deriva probabilmente dal latino cum munus che vuol dire compito fatto insieme, adempiuto insieme”. Il bene comune è, dunque, ciò che è patrimonio di tutti o, ancor meglio, ciò che garantisce e favorisce “il benessere e il progresso umano di tutti i cittadini”.
Ampliando questa definizione, in una conversazione su RAI Filosofia, Stefano Rodotà ha sottolineato come i beni comuni esprimano i diritti inalienabili “che non coincidono né con la proprietà privata, né con la proprietà dello Stato”, includendo il diritto alla vita e anche il diritto alla conoscenza, specificamente, in rete. Proprio la rete è, poi, uno dei beni comuni di ultima generazione che – contrariamente al passato, quando ancora le relazioni erano limitate da materiali variabili spazio/temporali – è oggi è “un bene che implica la condivisione e la partecipazione attiva nella produzione di conoscenza. Ciò implica che non può essere privatizzato né sottoposto a restrizioni”.
Il bene comune è, più in generale, un concetto-sistema valoriale che si richiama a un umanesimo che non può incancrenirsi in personalismi e che, invece, richiede una ri-lettura in chiave ecologica e g-locale della fenomenologia della relazione uomo-mondo, richiamandosi non solo al principio di giustizia ma anche a quello di solidarietà.
Il presente numero di MeTis intende affrontare il tema “bene comune” nei suoi principi e nelle sue implicazioni educative e formative, poiché pensiamo che – oggi più che mai – insieme all’etica e alla filosofia, alla religione e al diritto, alla politica e all’economia, sia importante che la pedagogia possa far valere il proprio punto di vista, teorico e prassico, su questo tema.
Al fine di meglio definire e circoscrivere l’ambito di analisi, i contributi presentati dovranno esprimersi in relazione a uno dei seguenti punti:

– l’analisi teoretica ed epistemologica sul concetto di “bene comune”;
– l’argomentazione su un bene comune materiale o immateriale, che offra un contributo originale e articolato nella sua legittimazione scientifica, così come nei suoi risvolti prassici.

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