Riflessioni sul tema della “comunicazione spettacolarizzata” e sui possibili interventi di natura educativa e formativa
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L’immersione globale e diffusa nel mare della comunicazione multimediale rappresenta una realtà generalizzata e consolidata. In questo mare comunicativo, con sempre maggior frequenza, si ha l’impressione che una “notizia” sia ripresa e montata più e più volte in maniera proporzionale alla sua tragicità, con l’effetto di mettere in secondo piano l’intento informativo, a solo vantaggio degli aspetti “sensazionalistici” e “spettacolari”. Rincorrendo in tal modo l’imperativo dell’audience – talvolta con la falsa ingenuità di chi dichiara il diritto all’informazione e alla trasparenza come assoluti che finiscono con entrare in conflitto con diritti personali, comunitari e sociali – che finisce per sortire l’effetto di una progressiva perdita della capacità di “partecipare” ai problemi, alle sofferenze e spesso alle tragedie altrui. Conseguenza inevitabile è ingenerare una sorta di “narcosi” delle menti e delle coscienze rispetto al dolore rappresentato. Un dolore che talvolta diventa gossip, quando sono gli stessi interpreti a farsi primattori di uno show nel quale si contendono il ruolo di protagonisti principali a colpi di interviste, di immagini, di pseudo-scoop.
I molti casi eclatanti degli ultimi anni mettono in luce la labilità del confine tra diritto all’informazione e sciacallaggio mediatico, tra partecipazione e curiosità, tra investigazione e pettegolezzo. Pongono, altresì, improrogabili questioni di natura educativa ed etica, nel momento in cui sollecitano a intervenire seriamente nella gestione della comunicazione multimediale proprio al fine di evitare quell’intorpidimento emozionale che, a poco a poco, indebolisce sia la capacità di “pensare” che quella di “sentire” la vita degli altri, come se la sovraesposizione mediatica rendesse gradualmente insensibili a eventi tragici o indifferenti nei confronti delle tante vite spezzate che hanno pelle, lingua, fede, cultura diverse dalla propria. O, semplicemente, non sono noi.
In questo numero raccogliamo riflessioni sul tema della “comunicazione spettacolarizzata” e sui possibili interventi di natura educativa e formativa che possono contribuire a rendere visibile la dimensione umana della comunicazione, in una società che non può sottrarsi alle forme più accelerate ed evolute di quest’ultima ma che, al contempo, deve saperla governare in funzione dell’umano e non “contro” di esso.
INDICE – TABLE OF CONTENTS
L’EDITORIALE – THE EDITORIAL
di Isabella Loiodice
Oltre lo spettacolo, a presidio dell’umano
Beyond the show, to protect the human dimension
INTERVENTI – ARGUMENTS
di Massimo Baldacci
Apparato egemonico e formazione del senso comune in Gramsci Hegemonic apparatus and formation of common sense in Gramsci
INTERVISTE – INTERVIEWS
di Isabella Loiodice
Comunicazione mediale e tecnologie digitali. Usi e abusi dei media nell’intervista a Roberto Maragliano
Media communication and digital technologies. Uses and abuses of the media according to Roberto Maragliano
di Pasquale Renna
Ermanno Bencivenga. 5 note su etica e pedagogia nella civiltà dell’immagine
Five reflections on Ethics and Pedagogy in the Civilization of the Image: Ermanno Bencivenga
SAGGI – ESSAYS
di Marinella Attinà
Morte e rinascita della cultura del sentire: una lettura pedagogica Death and rebirth of the culture of feeling: a reading pedagogy
di Emanuele Isidori
La comunicazione spettacolarizzata: una riflessione pedagogica tra Debord e YouTube
Communication spectacularized: a pedagogical reflection between Debord and YouTube
di Grazia Maria Masselli
A scuola di teatro. Teoria degli affetti e pratica degli effetti (speciali)
At School of Theater. The Doctrine of the affections and the practice of special effects
di Leonardo Acone
La cava di Rosso, la spiaggia di Aylan e l’orsetto dell’Ikea. L’infanzia dalla narrazione consapevole del dolore alla invasività mediatica globalizzata
The Red quarry, the beach and the bear Aylan Ikea. The children from the narrative aware of the pain the invasiveness globalized media
di Carlo Bosna
Populismo digitale. Intelligenza collettiva e connettiva
Digital populism. Collective intelligence and connective
di Micaela Castiglioni
L’esperienza-del-limite: questione di auditel o progetto culturale- educativo?
Limit-experiences: a question of audience share or an educational opportunity?
di Giuseppe D’Anna
La “pseudo-tragicità” dello spettacolo: tra Spinoza, Jaspers e Debord
The “pseudo-tragedy” of the show: between Spinoza, Jaspers and Debord
di Fiammetta Fanizza
La spettacolarizzazione come deformazione dell’umano e come origine del “tragico urbano”
The spectacle as a deformation of the human and as the source of the “tragic urban”
di Ilaria Filograsso
Immagini di guerra. Spunti dalla letteratura per ragazzi per una pedagogia dello sguardo
Images of war. Cues from children’s literature to a pedagogy of the eye
di Paola Martino
L’esperienza depredata. Ebbrezza mediatica e comunicazione educativa The experience robbed. Thrill media and educational communication
di Luigi Traetta
Spettacolarizzare per insegnare. Arte e medicina retrospettiva alla Salpêtrière
A spectacle to teach. Art and medicine retrospective at the Salpêtrière
di Vito De Nardis, Emanuela Recchia
Comunicare argomentando: per una pedagogia dell’autentico
Communicate arguing: for a pedagogy of authentic
di Alessandro Ferrante
L’oscenità dell’immaginario mediatico: riflessioni critiche e contro- misure pedagogiche
The obscenity of media imagination: critical reflections and pedagogical countermeasures
di Alessandra Romano
“The Show must go on: letting people cry. Working with Informal Learning for going beyond the information given”
“Lo Show deve continuare: lasciamo le persone piangere. Lavorare con l’Apprendimento Informale per andare al di là dell’informazione data”
di Giovanni Spagna
Da Watzlawick a Bauman. La drammatizzazione della notizia e il problema comunicazione-relazioni umane nella società tecno-globalizzata
From Watzlawick at Bauman. The dramatization of the news and communication-human relations in society, techno-globalized,
BUONE PRASSI – GOOD PRACTICES
di Loredana Perla
La didattica “spettacolarizzata” per l’apprendimento della storia. Dalla ricerca al progetto
“Glamorised” education for History teaching. From research to actual projects
di Serafina Pastore
Valutare (per migliorare) la qualità didattica del sistema universitario italiano: il progetto IDEA
Assessing educational quality (to improve) the Italian University system: the project IDEA
di Anna Dipace, Claudia Bellini
Ambienti digitali e valutazione degli apprendimenti. La co- progettazione di un e-portfolio all’interno del Living Lab ScuolAperta
Digital environments and evaluation of learning. The co-design of an e-portfolio within the Living Lab ScuolAperta
di Severo Cardone
La sperimentazione di un servizio di Career Advising all’Università
The testing of Career Advising service at the University
di Elisa Muscillo
La digital literacy e la credibilità delle informazioni nella società della conoscenza. Il ruolo del feedback nell’apprendimento nei per- corsi e-learning per soggetti a rischio
Digital literacy and the credibility of the information in the knowledge society. The role of feedback in learning e-learning paths for individuals at risk
RECENSIONI – REVIEWS
di Giuseppe Annacontini
Mattei, F. (2015). Persona. Adnotationes in lemma. Anicia: Roma di Viviana De Angelis
di Viviana De Angelis
Elia, G. (2015). La complessità del sapere pedagogico tra tradizione e innovazione. Milano: FrancoAngeli
di Luca Giuseppe Ingrosso
Annacontini, G. (2014). Pedagogia dal sottosuolo. Teoria critica e linee metodologiche. Torino: L’Harmattan Italia
di Ludovica Lops
Ceruti, M. (2014). La fine dell’onniscienza. Prefazione di Giulio Giorello. Roma: Studium
di Valentina Mustone
De Serio, B. (2014). Educare dalla nascita. Il progetto di Adele Costa Gnocchi. Roma: Anicia
di Viviana Vinci
Dipace, A. (2015). Videogiochi, scuola e salute. Bari: Progedit
Recensioni
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