Un percorso critico che va dal XIII secolo all’alba del XXI, dal fiorentino Dante Alighieri al sanseverese Andrea Pazienza.
Prezzo
20,00€
Premio Letterario Nazionale “Carlo Levi” per la saggistica 2014
Un percorso critico che si snoda lungo un arco di secoli imponente, quello che va dal XIII secolo all’alba del XXI, dal fiorentino Dante Alighieri al sanseverese Andrea Pazienza (in omaggio alla personale visione della letteratura, disposta ad accostare personaggi apparentemente così diversi e lontani).
Il pericoloso sentiero che Catalano percorre evidenzia le infinite metamorfosi della scrittura letteraria italiana, a partire dalla sua fondazione dantesca. In una selezione di tentanti suggestioni “avventurose”, la scrittura si misura con l’indicibile e il non rappresentabile e vince una sfida titanica imponendo la complessità di una parola che dice e reinventa il reale, sublimando in destino poetico la sconfitta passione della vita e creando, quasi dal a, le basi della lingua e della letteratura italiana.
Si susseguono nel testo le letture dantesche, la palude della retorica montiana, le storie di Massimo D’Azeglio, un autore su cui spesso si sorvola con uno scettico sorriso, le tentazioni “siciliane” (pirandelliane e vittoriniane) e, ancora, l’altro scrittore siciliano di Siracusa, con il suo profetico disporsi di simboli e figure, gli amici e poeti Raffaele Nigro e Cristanziano Serricchio, schegge di lancinante modernità col loro attraversamento di saghe, cantari e miti mediterranei, tesi entrambi, per vie diverse, alla ricerca di una parola (poetica o narrativa) capace di raccontarci le infinite suggestioni della malinconia di vivere e della necessità di inventarsi storie per sopravvivere.
La provvisoria conclusione (o meglio: uno delle provvisorie stazioni del viaggio dentro le forme della letteratura e le strategie della sua scrittura) sta forse nell’apocalittica operazione di Andrea Pazienza (lo sconvolgimento sistematico della territorialità dei linguaggi artistici, l’onirismo e le pulsioni distruttive di un talento artistico sempre sull’orlo del precipizio) o nell’aggirarsi dell’ultimo romanzo di Antonio Caiulo tra nevrosi, follia, ellissi sostitutive e un amore che divide e lacera, riaprendo l’antica ferita tra la parola e il mondo che essa vorrebbe raccontare, riscoprendo la verità del buio.
Ettore Catalano ha insegnato Letteratura Italiana nelle Università degli Studi di Bari e del Salento, in cui è ora professore onorario. Si è occupato della letteratura italiana dell’Ottocento e del Novecento, non trascurando i contemporanei e la letteratura regionale. Molti suoi contributi sono dedicati all’analisi delle problematiche legate alla messinscena teatrale e alla drammaturgia otto-novecentesca. Tra le ultime opere dell’autore, ricordiamo, per Progedit, La metafora e l’iperbole. Studi su Vittorini (2007), la cura di Letteratura del Novecento in Puglia. 1970-2008 (2010, II ed.), Le caverne dell’istinto (2011), Per altre terre. Il viaggio di Ulisse (2012), la cura di El otro, el mismo. Proiezioni autobiografiche nella letteratura italiana (2012), Strategie di scrittura nella letteratura italiana (2013, Premio “Carlo Levi” 2014), I cieli dell’avventura. Forme della letteratura in Puglia (2014). Per lo stesso editore ha esordito nella narrativa con Rosso Adriatico. Il delitto della lamia (2018), seguito da Un mare di follia (2019).
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