Un nuovo profilo di donna, portatrice di specifiche competenze di cura.
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18,00€
Seguendo un percorso che si dirama nel tempo e che attraversa più di un secolo di storia, il volume ripercorre i processi educativi e i fenomeni culturali che hanno contribuito a maturare le condizioni sociali per una progressiva diffusione del sapere di cura.
Attraverso l’approfondimento del pensiero e delle opere di pedagogisti italiani e stranieri vissuti tra la fine del XVIII e i primi decenni del XX secolo, si ricostruisce il nuovo profilo femminile che si è diffuso grazie all’elaborazione di specifiche strategie di resistenza avviate dalle donne rispetto alla cultura ufficiale. In particolare ci si sofferma sulla progressiva valorizzazione del lavoro di cura, che in questo periodo comincia ad essere considerato soprattutto una pratica educativa di trasmissione e di rivalutazione del sapere femminile, oltre che uno strumento di riscatto sociale e culturale per le donne.
Barbara De Serio è Ricercatrice di Storia della Pedagogia presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Foggia, dove insegna Storia dei Processi Educativi e Formativi. Dirige la collana “L’isola che non c’è” (Aracne) e co-dirige con Antonella Cagnolati la collana “Storia dell’Educazione” (Progedit). Tra le sue pubblicazioni, Per una pedagogia della cura. La donazione degli organi come nuovo scenario dell’educazione (Adda, 2004); Una pedagogista inquieta. Helen Parkhurst e il Piano Dalton (Pensa, 2005); Abbandoni e solitudini. Storie di infanzie e di maternità negate (Aracne, 2009). Per Progedit ha pubblicato, con Daniela Dato e Anna Grazia Lopez, La formazione al femminile Itinerari storico-pedagogici (2009) e ha inoltre curato Cura e formazione nella storia delle donne (2012), Costruire storie. Letture creative a scuola (2012), l’edizione di Re Matteuccio I. Il Re bambino di Janusz Korczak (2014) e Scrittrici d’infanzia (2015).
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