Il movimento futurista è corresponsabile delle manipolazioni proprie della cultura massmediatica presente? O, al contrario, dell’isolamento elitario dell’esperienza artistica di ricerca?
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Il mondo contemporaneo offre un’immagine di sé che corrisponde sorprendentemente alle ragioni elaborate dal Futurismo. Sembra addirittura che le pratiche attuali della comunicazione non facciano che svilupparne le anticipazioni profetiche. In realtà, la sintonia non è perfetta. Tina Achilli rilegge nel suo libro le posizioni espresse dal Futurismo per capire fino a che punto questa avanguardia sia presente oggi. Il movimento futurista è corresponsabile delle manipolazioni proprie della cultura mass-mediatica presente? O, al contrario, dell’isolamento elitario dell’esperienza artistica di ricerca? Confrontarsi con la varietà di forme di pensiero e con i brancolamenti della ricerca futurista significa confrontarsi con l’apparenza di questa conciliazione nella mente dei contemporanei: l’abolizione della frattura mediante l’azione artistica tra i miti interiorizzati, la visione del mondo e le ragioni ineludibili del pensiero moderno. Una conciliazione su cui la parabola inventiva del Futurismo si era vanamente impegnata. L’avanguardia futurista costruisce un sistema di idee e di azioni artistiche liberate dalle costrizioni di un sapere sicuro di propri confini, elaborate con la pretesa di oltrepassare il margine che congela l’esperienza estetica in una sfera separata dalla collettività e dai suoi riti di rappresentazione. Il teatro occupa un posto privilegiato dentro la costellazione futurista, per la efficacia della comunicazione che dipende dalle risorse della corporeità. Marinetti, Depero, Prampolini, Boccioni, esempi di una drammaturgia centrata sull’energia dell’elemento pratico-sensibile e svincolata dalla componente linguistica, mostreranno le tensioni interne a questa forma moderna dello spettacolo.
Tina Achilli insegna Letteratura teatrale italiana presso la facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli studi di Bari Aldo Moro. I suoi interessi di ricerca si indirizzano sugli accessi alla conoscenza che la forma artistica è in grado di conseguire e sugli aspetti psicologici della simbolizzazione letteraria. Si è occupata di narrativa in epoca fascista ("Le maschere dell'eros", in I best seller del Ventennio, Il regime e il libro di massa, Editori Riuniti, 1991), dei nuovi media elettronici e dello sperimentalismo ultimo Novecento, del prisma femminile nelle rifrazioni della scrittura narrativa e drammaturgica ("Il mito della fascinazione", in Tracce d'infanzia nella letteratura italiana fra Ottocento e Novecento, Liguori, 2000). Con Progedit ha pubblicato Teatro e Futurismo (2005), Mariti e regine. Il gioco violento delle coppie nel teatro di Luigi Pirandello e Dacia Maraini (2007), Rivoluzione e diritto. Libertà e persona nel teatro di Ugo Betti (2011).
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