Questa edizione critica, contributo agli studi su Boito nel centenario della morte, ricostruisce il complesso reticolo dei ricordi, rivela l’identità dei personaggi reali trasfigurati e chiarisce il significato dei riferimenti musicali.
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Pubblicata nel 1891, la novella Il maestro di setticlavio è il capolavoro letterario del celebre architetto e teorico del restauro Camillo Boito (1836-1914), squisito narratore per divertissement.
In una Venezia ben diversa da quella ritratta in Senso, va in scena la drammatica conclusione della parabola umana e artistica del musicista Luigi Zen, intrecciata alla tragica storia d’amore di Nene, un racconto sonoro, estrema celebrazione del relativo e del transitorio, con cui lo scrittore dà corpo al ricordo dei suoi anni veneziani, della sua giovinezza, montando una sorta di melodramma autobiografico o, per meglio dire, una storia melodrammatica racchiusa in una scatola autobiografica.
Questa edizione critica, contributo agli studi su Boito nel centenario della morte, ricostruisce il complesso reticolo dei ricordi, rivela l’identità dei personaggi reali trasfigurati e chiarisce il significato dei riferimenti musicali, tra Verdi e Wagner, progressisti e conservatori, passato e presente.
Emanuele d’Angelo, dottore di ricerca in italianistica, insegna Storia dello spettacolo e Storia della musica e del teatro musicale presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. Al centro dei suoi interessi è la librettistica italiana, e ad essa è dedicata la maggior parte delle sue pubblicazioni, tra cui Leggendo libretti. Da “Lucia di Lammermoor” a “Turandot” (Aracne, Roma 2013). Studioso della Scapigliatura e specialista del teatro di Arrigo Boito, è autore, tra l’altro, della voce sul letterato scapigliato dell’Encyclopedia of Italian Literary Studies (Routledge, New York 2007), della monografia Arrigo Boito drammaturgo per musica. Idee, visioni, forma e battaglie (Marsilio, Venezia 2010) e delle edizioni critiche della prima redazione dell’Ero e Leandro (Palomar, Bari 2004), del primo Mefistofele (Marsilio, Venezia 2013) e del Pier Luigi Farnese (Aracne, Roma 2014). Per i suoi studi sui libretti nel 2014 il Teatro La Fenice di Venezia gli ha conferito il Premio “Arthur Rubinstein”.
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