Ricordi che affiorano in punta di penna
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13,00€
Ha ragione Sepúlveda: “L’unico vero patrimonio di un artista sono i ricordi dell’infanzia”. Infatti Damiani in queste pagine di ricordi ne rievoca tanti. In punta di penna con dorata affabulazione. Anni Cinquanta, la guerra è finita da poco. I protagonisti hanno subìto senza infliggere. Si tenta di riannodare i fili di esistenze piccole ed eroiche con la grazia di una fisarmonica e la leggerezza di uno sguardo, l’ironia di una favola.
Sono tracce di cose accadute o che accadranno, velate dalla malinconia di un tempo che è passato, rinvigorite dalla speranza che illuminerà il dopo. I tempi cambiano e con i tempi paure e aspettative. Un rapido susseguirsi di vicende, il giovane Lelluccio cerca a tentoni la sua strada. Una favola innervata nella realtà di più esistenze, grazie a una serie di piccole avventure di godibile ironia. Una scrittura preziosa e popolare che dice di affetti e tenere nostalgie, nate dallo spartito di una fisarmonica in un luogo dell’anima. Nel giardino di re Giacchino.
Michele Damiani. Nato a Bari, negli anni Ottanta partecipa al gruppo Situazione 6 che promuove il muralismo. Molte le personali in Italia e all’estero (Giappone 1987; Miami 2000; Reims 2009). Ha pubblicato con Progedit tre raccolte di poesie (La memoria prestata; Di quel poco che resta; Perfette imperfezioni) e due libri di racconti (Nel giardino di re Giacchino; Quasi un battito di ciglia); con Quorum edizioni tre libri d’arte (Melograni; Itinerari della memoria; Fuor di metafora).
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