C’è qualcosa che distingue i noir di Ettore Catalano da tutte le altre saghe presenti sul mercato editoriale.
Il “noir” è, tra le altre caratteristiche distintive, anche una questione di atmosfera: al commissario Tanzarella, responsabile del commissariato di Ostuni, piace svolgere indagini che, pur mirando a colpire i criminali, riescano anche a cogliere odori, sapori e suggestioni dei territori pugliesi.
Qui il delitto è solo la punta di un iceberg che tenta di occultare i drammatici problemi legati alle connivenze e alle speculazioni ignobili che avvelenano la nostra vita di mediterranei innamorati del nostro mare e del nostro ventoso e ineguagliabile habitat.
Inquinamenti, traffico di organi, bacilli infettivi dell’odio razziale, disegni criminali raffinati avvinti su memorie infantili di esclusione e di povertà vengono analizzati da Donato Tanzarella con un’arma segreta nella testa: la letteratura può aiutarci a penetrare il senso della realtà.
Mentori Poe, Stevenson, Simenon, Sciascia e tutta una schiera di grandi scrittori “mediterranei” (da Izzo a Markaris, da Vasquez Montalban a Carlotto e Lucarelli), il delitto si configura, nelle sue inchieste, come intelligenza perversa e ambigua contro cui vale soprattutto percorrere, intingendo sempre la penna nell’umiltà e nell’autoironia (Magris), l’incerta linea di confine tra bene e male, il manzoniano guazzabuglio del cuore umano.
L’autore
2018
116 pagine
Versione cartacea
13,00€
Disponibile anche in Epub:
Un commissario ostunese di buone letture è in queste pagine alle prese con una intensa e complicata rete che coinvolge baroni della medicina e trafficanti slavi, nel panorama di un Salento assolato, di fronte a un mare che lascia il suo azzurro per la cupa densità del sangue.
Quando si è testimoni della disgregazione e della polverizzazione, l’investigazione non può accontentarsi di scoprire il colpevole, ma deve provare a misurarsi col mistero dell’anima umana.
Il tormento conoscitivo pascaliano, la straziata misantropia pirandelliana, l’enigma nero sciasciano strutturano una ricerca che non sa saziarsi della “verità” delle carte a posto.
Oggi l’investigatore non può del tutto sconnettersi dalle forme sgrammaticate del mondo contemporaneo di cui il paradigma indiziario è solo superficiale descrizione.
Una nuova indagine del commissario ostunese Donato Tanzarella, alle prese con una complicata trama che, tra ambientalisti e suggestioni erasmiane, lo condurrà a immergersi nell’accidentato mondo della passione femminile, mentre una minacciosa trivella si staglia al largo della costa adriatica.
Muovendosi nella Città Bianca e nelle sue marine, ma anche in una Brindisi percorsa nelle sue quasi sconosciute bellezze e ammirata nell’incomparabile fascino di un porto ricco di storia passata e di presente abbandono, il giovane commissario si troverà coinvolto in una vicenda che vedrà protagonisti giovani che rifiutano di rassegnarsi e multinazionali pronte a ogni violenza sulla natura in nome del profitto.
La ricerca della verità, nel mondo sempre più disgregato, rapace e incapace di guardare agli altri con umana compassione, non può essere separata da una mise en abyme che coinvolge chi cerca e chi è braccato nella scrittura come archivio della solitudine e insieme indispensabile antidoto contro ogni tentazione di onnipotenza.
La notte di Capodanno un duplice omicidio e un incendio doloso nella villa di un imprenditore agricolo impegnano in una nuova indagine il commissario Tanzarella e la sua vice. Dovranno scoprire i responsabili di un efferato delitto a sfondo razziale e fronteggiare un complicato ricatto a opera di una banda di delinquenti italiani e slavi.
Muovendosi in una intricata tela di ragno di violenze, di intimidazioni e di latenti pregiudizi, il gioco delle circostanze e delle ambiguità finirà con il costringere anche il commissario ostunese a fare i conti con le proprie convinzioni sulla giustizia, rovesciando perfino ipotesi investigative apparentemente solide, naufragate nel fragile tessuto di una società sempre più intrisa di paura e di odio.
Il commissario Donato Tanzarella viene promosso e trasferito a Brindisi a dirigere pro tempore la Squadra Mobile in qualità di vice questore aggiunto.
In una città “ignorata”, ricca di bellezze artistiche e di sortilegi regalati dalla generosità della natura, il vice questore si trova alle prese con un delitto apparentemente indecifrabile, nel quale è coinvolta una giovane e affermata giornalista di moda, il cui cadavere viene ritrovato tra i ruderi di Villa Skirmunt, conosciuta da tutti come la Casa dei fantasmi.
Stretto tra la necessità di chiudere al più presto una indagine che ha sconvolto l’opinione pubblica e la coscienza di procedere senza lasciare inesplorata alcuna pista, Tanzarella si trova immerso in un disegno criminale raffinato, le cui articolazioni riuscirà a scoprire soltanto facendo ricorso allo straordinario potere ermeneutico di un grande testo teatrale.
Vice questore a Brindisi, Donato Tanzarella, mentre inizia a vivere una nuova storia d’amore con Viola Lorusso, patologa e melomane che gli rende più maliziosa la vita, deve affrontare un complicato e apparentemente inesplicabile susseguirsi di delitti, senza un ricostruibile movente, in cui i cognomi delle vittime sembrano collegati a personaggi storici del passato della città messapica.
L’opinione pubblica teme la presenza di un serial killer fantasiosamente accreditato come il killer dei Palazzi storici, sicché Tanzarella dovrà ricorrere a indizi fascinosamente disseminati nelle leggende e nei miti della classicità, decifrando strani ciondoli sirenici, scritte latine e biglietti mozartiani.
Solo un gaddiano “zolfanello illuminatore” lo condurrà a scoprire, dopo inutili depistaggi, l’ordito di una terribile vicenda che coinvolge, in un abisso di perversioni e crudeli vendette, la devastante forza negativa del sentimento d’amore.