La scomparsa di una bambina turba il sonno di un magistrato chiamato a indagare sul tragico evento. Ed evoca la cronaca di oggi.
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La scomparsa di una bambina turba il sonno dei giusti. E soprattutto quello di un magistrato chiamato per caso a indagare sul tragico evento. Come il giovane Francesco Croce, trasferito dalla Procura di Agrigento a Trani per stare più vicino alla famiglia, originaria di Noci. Nel sostituire un collega presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e sostenere l’accusa in un maxiprocesso di criminalità organizzata, rimane però invischiato in un altro caso: il sequestro di Angelina, una bambina di 5 anni, scomparsa mentre giocava nel cortile dei nonni, al quartiere Japigia di Bari. L’accusato è Tommaso Carrieri, conosciuto tra la gente del suo rione come “u sceme”, in carcere da più di due mesi. Qualcosa, però, non quadra, né nelle indagini né nelle prove di accusa. Dove è finita Angelina? E ancora, si trova in carcere il vero colpevole? Tra ombre del passato e dubbi del presente, toccherà a Croce risolvere il caso, in una Bari banale e per questo ancora più inquietante. Un racconto che trae spunto da un episodio realmente accaduto a Bari nel 1980 e che rievoca fatti che purtroppo continuano a ripetersi oggi. Fatti che vorremmo non accadessero mai.
Leonardo Rinella (Bari 1937) è stato magistrato fino al 2000. Autore di monografie giuridiche e di numerosi saggi, ricordiamo in particolare, per i nostri tipi, Il processo a Gesù (2004), Un nodo da sciogliere (2006), i più volte ristampati La Costituzione della Repubblica italiana (2009) e Dieci anni di mafia a Bari e dintorni (2015, nuova ed.), Il processo penale al tempo del pretore. Breviario di diritto processuale comparato fra il codice “fascista” del 1930 e quello “garantista” del 1989 (2016) e Il piccolo cittadino (2016).
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