Le proposte di soluzione che i medici-filosofi del Settecento offrirono al problema lasciato insoluto da Cartesio sulle relazioni tra anima e corpo.
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L’autrice affronta il problema della ripresa dell’ippocratismo nella medicina del Settecento, analizzando, attraverso le emblematiche figure di Boerhaave, Stahl, Hoffmann, Boissier de Sauvages, Bordeu, Barthez, le proposte di soluzione che i medici-filosofi del secolo offrono al problema lasciato insoluto da Cartesio riguardo alle relazioni esistenti tra anima e corpo.
Spinti da tale esigenza, questi scienziati riprendono l’antica medicina ippocratica e si pongono in continuità con le idee che ne erano a fondamento. Ciascuno individua, nei testi ippocratei, definizioni, teorie eziologiche, metodi di indagine in consonanza con il proprio modo di intendere l’uomo e la sua natura, i fenomeni dell’economia animale normali e patologici.
Ma l’operazione compiuta dai medici del Settecento si risolve, il più delle volte, in una lettura ideologica e imprecisa delle fonti, tale che Ippocrate perde la fisionomia di filosofo e medico dell’età classica per diventare meccanicista, animista, vitalista.
Antonietta D'Alessandro insegna Storia della filosofia antica a Bari e a Taranto e Storia del pensiero scientifico antico a Taranto. Ha condotto ricerche sull'atomismo antico, sulle forme della comunicazione del messaggio filosofico dal VI al IV secolo a.C., sulla psicopatologia antica, sull'uso del colore e sul concetto di natura nel Corpus hippocraticum. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo "Tra oralità e scrittura. Dalla mimesi all'episteme", in Forme di scrittura filosofica. Elementi di teoria e didattica (a cura di F. De Natale, Franco Angeli, 2000), la traduzione italiana del volume di J. Pigeaud, La follia nell'età classica. La mania e i suoi rimedi (Marsilio, 1995), che contiene un suo saggio intitolato "L'alienazione mentale nell'antichità ".
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