La secolare questione dei demani può espandersi dall’eversione della feudalità nel Salento fino agli spazi interminati dell’Alta Murgia.
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Una raccolta di saggi può talvolta ritenersi dispersiva; ma – in questo caso – la temuta dissonanza si compone nel riferimento costante alla storia delle regioni meridionali, all’opera di tanti probi, zelanti ricercatori e anche alle difficoltà attuali sempre irrisolte.
La secolare questione dei demani può espandersi dall’eversione della feudalità nel Salento fino agli spazi interminati dell’Alta Murgia; fino alla montagna dell’Angelo, o ai piccoli comuni molisani, o al roccioso feudo lucano sovrastato dal castello dell’infelice Isabella. Ma, su questo sfondo, agiscono molti altri protagonisti: tanto gli imperatori in Capitanata e i dottissimi monaci bizantini quanto i giuristi – i severi critici della prima legge comunale e provinciale – e i politici, gli amministratori locali e i tecnici che ancora potevano guardare al futuro.
Può essere sempre utile proporre queste memorie – forse, oggi ultimo patrimonio –; e dopotutto non è difficile cogliere un legame unitario. Anche il Vangelo, d’altronde, esortava a non disperdere i frammenti.
Gianfranco Liberati insegna Storia del diritto italiano presso la Facoltà giuridica di Bari. È autore di numerosi saggi sulla storia del diritto tributario – con una particolare attenzione, che non ignora le sempre attuali polemiche nittiane, ai riflessi sulla società e sull'economia meridionali –; sul sistema dei poteri locali nella legislazione postunitaria; sulla storia del pensiero giuridico nel Mezzogiorno, e soprattutto della questione demaniale, tuttora aperta, che giustamente appariva a Giustino Fortunato l'autentica questione meridionale. Tra i suoi lavori ricordiamo, per Progedit, Giuristi, istituzioni, codici. Saggi (2010) e Diritto e storia. Scritti sul Mezzogiorno (2014).
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