Un inno alla vita e alla natura.
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“La scelta delle piante per questa silloge, oltre a essere motivata dal mio grande amore per il mondo vegetale, ha un significato emblematico e metaforico riferito soprattutto alle piante arboree, con le loro cime sempre rivolte al cielo, al sole, alla luna e alle stelle.
Ha un particolare fascino la loro mira ascensionale, che fa pensare alla tendenza umana a salire, salire” (G. S. E.).
Grazia Stella Elia è nata e vive a Trinitapoli (Bt). Ha insegnato per molti anni e si è impegnata nello studio del dialetto casalino, della sua città. Collabora con saggi, articoli e recensioni a vari giornali e riviste. Tra le sue opere ricordiamo Il cuore del paese (Foggia 1991), La sapienza popolare a Trinitapoli (Fasano 1995), Le opere e i giorni della memoria (Bari 1996), Versi d’azzurro fuoco (Foggia 1997), Paràule pèrse (Foggia, 1999), Dizionario del dialetto di Trinitapoli (Bari 2004), Il matrimonio e altre tradizioni popolari (Bari 2008), L’anima e l’ulivo (Bari 2011), Canti dell’ulivo (Bari 2015), Aspettando l’angelo (Bari 2017).
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