Questa nuova edizione raccoglie le novelle di De Roberto che, pubblicate, tra il 1919 e il 1923, su diverse riviste (e successivamente in volume), rientrano appieno in una vasta letteratura di guerra.
Prezzo
30,00€
Introduzione di Nunzio Zago, letture critiche di Rossella Abbaticchio. nota al testo di Rosanna Lavopa, saggio su “La paura” di Pasquale Guaragnella
Questa edizione raccoglie le novelle di De Roberto che, pubblicate, tra il 1919 e il 1923, su diverse riviste (e successivamente in volume), rientrano appieno nella vasta letteratura di guerra, ricca in quegli anni di importanti contributi (si pensi, solo per citarne alcuni, a Il mio Carso di Slataper, a Notturno di D’Annunzio, o ad Allegria di naufragi di Ungaretti).
La fama di Federico De Roberto (1861-1927), terza voce del verismo italiano dopo Giovanni Verga e Luigi Capuana, è essenzialmente legata alla trilogia romanzesca nota come il «ciclo» degli Uzeda, che include, oltre a I Vicerè, anche L’illusione e L’imperio. Ma, di certo, nell’ultima e interessante fase del suo «sperimentalismo», De Roberto ha soprattutto affidato le proprie istanze ideologico-letterarie alla forma breve della novella, riflettendo ampiamente sul tema della Grande Guerra: «Mentre si decidevano le sorti della Patria e del mondo – precisa lo stesso autore – non era possibile distrarre la mente dalla immane tragedia, al paragone della quale ogni opera di fantasia sarebbe rimasta priva di senso».
Le pagine derobertiane sono precedute da un saggio introduttivo di Nunzio Zago, che annota, in modo puntuale, la complessa vicenda editoriale di questi scritti, e da una nota al testo di Rosanna Lavopa, in cui si precisano i criteri adottati in tale edizione, tutti ascrivibili al chiaro intento di riprodurre le novelle sulla base degli esemplari originali.
Il volume è inoltre corredato da schede illustrative di ogni novella, a cura di Rossella Abbaticchio. Segue, infine, a chiusura di questo lavoro, un saggio di Pasquale Guaragnella su La paura, vertice assoluto della produzione novellistica di Federico De Roberto.
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