Come contrastare la miseria del mondo senza avere finalità universalmente condivise
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Viviamo una condizione difficile. Da un lato, non abbiamo la possibilità di condividere tutti un unico mondo di valori assoluti e oggettivi, poiché siamo coscienti della loro storicità e socialità; dall’altro, non abbiamo la capacità di fare nostre, fino all’estremo limite, le conseguenze di tale convinzione. Ciò può essere detto anche in altri termini: la nostra società “industriale avanzata” da un lato ha strumenti sempre più elaborati e perfezionati per contrastare la miseria del mondo, dall’altro non ha finalità universalmente condivise verso cui tendere. È proprio la mancanza di fini condivisi da tutti a rendere tragico il nostro edonismo.
Alberto Izzo (Venezia 1933), laureatosi in Giurisprudenza nel 1957, ha studiato sociologia presso la Brandeis University (Usa). Ha insegnato Storia del pensiero sociologico e Sociologia dei processi culturali, conoscitivi e normativi a Trento, Storia della sociologia presso l'Università "La Sapienza" di Roma, dove è stato professore ordinario dal 1975. Si è occupato prevalentemente di teoria sociologica e sociologia della conoscenza. Tra le sue recenti pubblicazioni, ricordiamo Storia del pensiero sociologico (Bologna 1992), L'invincibile perplessità. Fondamenti, storia e problemi della sociologia della conoscenza (Roma 1999), L'anomia. Storia e analisi di un concetto (Roma-Bari 2002).
Irene Strazzeri è ricercatrice di Sociologia del mutamento presso l’Università degli Studi di Foggia. Da anni focalizza le sue ricerche sulla differenza sessuale e sul riconoscimento, sui mutamenti sociali trasfigurabili in innovazioni concettuali della teoria sociale, sul femminismo come rivoluzione nel modo di conoscere e praticare il mondo. Ha pubblicato: Post-patriarcato. L’agonia di un ordine simbolico (Roma 2014); per Progedit, Verità e menzogna. Sociologie del postmoderno (2010), Femminismo liquido. Dalle origini al cyborg (2019). Ha curato volontariamente l’archivio di storie di vita delle donne ospiti presso il Centro antiviolenza e antitratta “Libera” della Provincia di Lecce.
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