Una riscrittura del Brutto anatroccolo per riflettere su temi attuali.
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Un uovo di cigno è rapito da un essere mostruoso e, per delle circostanze fortuite, finisce nel nido di un’oca. La sua diversità è una condanna: soprusi e violenze di ogni genere.
Il piccolo cigno scappa ma diviene vittima di una sperimentazione di modificazione genetica in atto da tempo nella città di Sotterra, nelle viscere della Terra. In suo aiuto vengono due esseri che per natura dovrebbero essere antagonisti, ma che, invece, sono amici per “piume e pelo”: un gatto arlecchino e un corvo occhialuto, vittime anch’essi della grettezza e del pregiudizio. Sono loro, in un susseguirsi vorticoso di avventure, i due personaggi che fanno sorridere, commuovere e riflettere.
Il racconto è una riscrittura della famosa fiaba di Andersen, Il brutto anatroccolo, in cui si mescolano due mondi: umano e animale, uniti da un destino comune poiché “coinquilini” della Terra. Una fiaba che favorisce nei giovani una riflessione su ambiente, natura, diversità e sull’amicizia, pur nella varietà di idiomi, culture, generi.
Irene Anna Stolfa, docente di psicologia nei licei, è dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e cultore di Scrittura autobiografica presso la LUA di Anghiari. Ha collaborato con alcune riviste occupandosi d’inchieste e di diverse rubriche, anche per ragazzi.
Teo D’Imperio, graphic designer e illustratore, è laureato in Grafica d’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. Ha realizzato le graphic novels Évariste Galois e Chiralità, pubblicate per la rivista scientifica «Sapere. Idee e progressi della Scienza». Ha inoltre collaborato come grafico pubblicitario con diverse aziende del territorio barese.
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