Tecnologie, Individui e Comunità: le sfide per un cambiamento culturale
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Questo nuovo numero della rivista “QWERTY”, intitolato “Tecnologie, Individui e Comunità: le sfide per un cambiamento culturale”, comprende un articolo ad invito e 3 studi.
Nell’articolo ad invito Kennet Gergen focalizza la sua attenzione sugli effetti dalla comunicazione mobile, con particolare riferimento all’utilizzo nella vita quotidiana del telefono cellulare. Nel primo dei tre studi Sanne Akkerman and Äli Leijen affrontano il tema di come i futuri studenti universitari potranno affrontare le ambiguità del mondo on line. Eleonora Brivio e Francesca Cilento, nel secondo studio, analizzano il ruolo della percezione dellʼautoefficacia rispetto al divario digitale tra giovani, con riferimento al genere e alle modalità di utilizzo del computer. Nell’ultimo studio, infine, Annarita Celeste Pugliese esplora i processi di categorizzazione in-group implicati nei messaggi di un leader politico e dei suoi elettori scritti nel blog ufficiale delle elezioni amministrative comunali.
Perché si chiama “Qwerty”?
È il modo con cui viene denominata la tastiera europea. Si tratta delle prime lettere della riga più in alto nella tastiera e quest’ordine è stato introdotto perché, quando si cominciarono a usare le macchine da scrivere con le tastiere rispettose dell’ordine alfabetico, la gente andava troppo veloce e i tasti si aggrovigliavano. Allora furono mescolate le lettere in modo da rallentare la scrittura, successivamente, nonostante questo problema sia stato completamente superato, la tastiera è sempre rimasta così. Ebbene, commenta il direttore M. Beatrice Ligorio, “noi crediamo che questa sia una buona metafora dell’intreccio tra cultura e strumenti tecnologici. Infatti, le tecnologie basate sul computer costituiscono degli artefatti culturali presenti con diversi gradi di profondità nelle attività quotidiane di studio e di lavoro degli individui, dei gruppi sociali e delle istituzioni”.
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