Identità digitali. Prospettive educative, sociali e cliniche sul concetto identitario del Sé nelle tecnologie della comunicazione.
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15,00€
Questo numero di “Qwerty” nasce come spazio editoriale della Giornata di Studio organizzata dal CKBG, in collaborazione con l’Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR di Genova, dal titolo “Identità digitali. Prospettive educative, sociali e cliniche sul concetto identitario del Sé nelle tecnologie della comunicazione”, che si è tenuta a Genova il 4 aprile 2008. Obiettivo della giornata è stato quello di confrontarsi sulle tematiche relative al Sé e all’identità , sulle relazioni dialogiche nella costruzione del Sé, sugli aspetti cognitivi ed emotivi nell’uso delle tecnologie informatiche e telematiche, e più in generale sugli effetti che la società della comunicazione e gli strumenti digitali hanno sull’identità del singolo individuo e come tutto ciò generi nuove conoscenze.
Il numero ospita sei contributi, cinque articoli e una recensione. L’articolo di Shotter sottolinea il ruolo del nostro corpo nel contribuire all’espressione della nostra identità . Il contributo di Ligorio sostiene che in una comunità di apprendimento è il processo di posizionamento, dinamico e flessibile, a mettere in scena il repertorio di identità individuali che sfociano nella costruzione di un’identità collettiva. Quello di Delfino e Manca tematizza il ruolo che la metafora e il linguaggio figurato, presentandosi come forma di comunicazione non dipendente dal significato letterale e che non ha la pretesa del vero, può svolgere nella costruzione dell’identità in rete. Benigno e Chifari sottolineano come l’uso di strategie metacognitive e riflessive diventa utile per favorire nei partecipanti una maggiore consapevolezza del proprio Sé e del proprio in Sé in relazione all’altro. Sugliano enfatizza il ruolo svolto dalle tecnologie del Web 2.0 nella costruzione del Sé, principalmente in chiave individualistica. Infine, la recensione di Vanin sintetizza gli elementi di rilievo del libro “Aspetti emotivi e relazionali nell’e-learning”, curato da Caldognetto Magno e Cavicchio.
Perché si chiama “Qwerty”?
È il modo con cui viene denominata la tastiera europea. Si tratta delle prime lettere della riga più in alto nella tastiera e quest’ordine è stato introdotto perché, quando si cominciarono a usare le macchine da scrivere con le tastiere rispettose dell’ordine alfabetico, la gente andava troppo veloce e i tasti si aggrovigliavano. Allora furono mescolate le lettere in modo da rallentare la scrittura, successivamente, nonostante questo problema sia stato completamente superato, la tastiera è sempre rimasta così. Ebbene, commenta il direttore M. Beatrice Ligorio, “noi crediamo che questa sia una buona metafora dell’intreccio tra cultura e strumenti tecnologici. Infatti, le tecnologie basate sul computer costituiscono degli artefatti culturali presenti con diversi gradi di profondità nelle attività quotidiane di studio e di lavoro degli individui, dei gruppi sociali e delle istituzioni”.
Direzione e comitato scientifico
Il comitato scientifico comprende più di trenta docenti delle maggiori università di ogni angolo del mondo.
L’autore non ha pubblicato altri libri con Progedit.
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