Dove abita la pedagogia?
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Dove abita la pedagogia? Quali sono gli spazi in cui essa può concretizzare la sua pratticità? In un’epoca in cui appare acclarato come l’apprendimento sia un processo continuo che accompagna uomini e donne per tutto il corso della vita, che coinvolge le loro dimensioni bio-psico-sociali, che si realizza diffusamente in tutti i luoghi attraversati, occorre riflettere e forse ancora sdoganare un diffuso senso comune che continua ad associare le teorie e le prassi pedagogiche ai ruoli formali dell’apprendimento. Una prima risposta può essere una Pedagogia dei contesti che si definisca come approccio analitico e riflessivo, atto a far fronte alle emergenze e ai bisogni formativi legati ai molteplici luoghi della vita; traducendo, concretamente, idee e concetti della pedagogia generale in alcune diverse declinazioni connesse ai campi dell’esperienza di crescita umana, quali, come nel caso del presente lavoro, la famiglia, il nido, i mass media, il lavoro, il teatro, il carcere, la strada, la città.
Daniela Dato è professoressa associata di Pedagogia generale e sociale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, dove insegna Pedagogia del lavoro, Pedagogia della marginalità e Pedagogia dell’orientamento. Attualmente è delegata rettorale per l’Orientamento dell’Ateneo foggiano e componente dello scientific board del Career development center di Ateneo.
Giuseppe Annacontini è professore associato di Pedagogia generale e sociale presso il Dipartimento di Storia Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento. Si interessa di pedagogia convivialista, deontologia, educazione alla salute e promozione del benessere a partire da un approccio complesso e problematicista. Autore di numerosi saggi, articoli e volumi tra i quali: Dalla mano al pensiero (Lecce 2012); Pedagogia dal sottosuolo. Teoria critica e linee metodologiche (Torino 2014); con José Luis Rodríguez-Illera, La mossa del gambero. Teorie, metodi e contesti di pratica narrativa (Milano 2018). Per Progedit ricordiamo, Lo sguardo e la parola. Etnografia, cura e formazione (2010), la cura di Senza carro armato, né fucile. Libertà, resistenza, formazione di Jolanta U. Grębowiec Baffoni (2011), Imparare a essere forti. Segnavia di pedagogia della salute per pensare la relazione di cura (2019); con Rosa Gallelli, Formare altre(i)menti (2014); con Isabella Loiodice, Pedagogie meridiane (2017).
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