Taranto è in grado di elaborare scenari alternativi all’acciaio?
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Dopo aver assistito passivamente alle poderose trasformazioni fisiche e funzionali che per lungo tempo hanno investito il suo assetto economico-territoriale, oggi la città di Taranto sembra in grado di elaborare promettenti scenari alternativi all’acciaio e legati all’identità collettiva.
Il libro ripercorre le principali tappe dell’evoluzione del capoluogo ionico dall’Unità d’Italia ad oggi. Nei primi due capitoli, dedicati rispettivamente all’installazione dell’Arsenale e del IV Centro Siderurgico, si evidenziano i radicali cambiamenti generati da tali decisioni maturate a livello sovralocale, decisioni che, dopo la parentesi di un immediato quanto effimero boom economico, si rivelano foriere di pesanti problematiche occupazionali, ambientali ed urbanistiche. Su queste ultime si sofferma il terzo capitolo, che dedica ampio spazio alle recenti vicende legate alla dismissione dell’Ilva. Infine, nel quarto capitolo si prova a dare una lettura organica dell’attuale fase di rinascita promossa dagli attori locali, caratterizzata dal varo di un’ampia gamma di progetti (riqualificazione urbana, rilancio del Mar Piccolo, spostamento sul Mar Grande dell’Arsenale) improntati ai moderni indirizzi dello sostenibilità urbana.
Antonella Rinella è professore associato di Politica dell'Ambiente nella Facoltà di Economia dell'Università di Lecce; insegna Geografia economica nella Facoltà di Lettere del medesimo Ateneo e Geografia urbana e organizzazione territoriale nelle Facoltà di Economia e Scienze Politiche dell'Università di Bari. Per Progedit ha pubblicato Raccontare la città (2002), Le tre città di Bari (2002), Oltre l'acciaio. Taranto: problemi e progetti (2003); ha inoltre curato con Antonella Rinella Serre, cantine e frantoi (2003) e, con Elena Palma, La città visionaria (2006).
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