A Bari, le opportunità di rinnovamento offerte dalla riforma elettorale sono state sfruttate meno che altrove
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Come ha reagito Bari al terremoto politico e sociale degli anni ‘90?
La fine dell’intervento straordinario nel Sud, Tangentopoli e la nuova legge elettorale hanno prodotto nell’opinione pubblica forti aspettative di mutamento nei governi locali. L’elezione diretta del sindaco è apparsa come il viatico per la formazione di una nuova classe politica, meno incagliata nei giochi di partito e più attenta ai bisogni dei cittadini.
Ma è stato realmente così? Questo saggio rivela che, a Bari, le opportunità di rinnovamento offerte dalla riforma elettorale sono state sfruttate meno che altrove. La scarsa esperienza politica dei nuovi consiglieri non ha trovato un bilanciamento nel profilo culturale degli eletti, né è stata surrogata da spinte innovatrici d’impegno civico. Le velleità autonomiste e decisioniste del sindaco hanno fatto velo a un’incapacità reale di costruire mediazioni alte, all’interno, con i partiti di governo, e, all’esterno, con le espressioni della società civile e degli interessi organizzati. La leadership è apparsa, dunque, appannata e poco efficace, ipotecata dalla minaccia di messa sotto tutela da parte dei partiti di maggioranza. Così, l’ambizioso proposito di intervenire sulle cancrene strutturali della città si è risolta in politiche di corto respiro ma dal sicuro impatto elettorale. Questo spiega le valutazioni poco esaltanti sulle performances amministrative del primo governo post-riforma, che collocano Bari in posizione arretrata rispetto agli altri comuni italiani.
Attraverso documenti e interviste ai consiglieri e agli amministratori locali, a testimoni privilegiati, a rappresentanti della società civile e degli interessi organizzati, gli autori tracciano un bilancio degli effetti delle riforme e dei mutamenti degli anni ‘90 su Bari.
Michele Mangini è nato a Bari e, dopo una laurea in Giurisprudenza, ha studiato etica e diritto in Inghilterra e negli Stati Uniti. Insegna Filosofia del diritto ed Etica e diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro. Scrive su riviste specializzate sia in campo filosofico-giuridico sia in quello filosofico-politico. I suoi interessi di ricerca da tempo intrecciano il ragionamento pratico con quello giuridico. Tra le sue ultime pubblicazioni, ricordiamo Diritto naturale e liberalismo. Dialogo o conflitto? con Francesco Viola per Giappichelli e, per lo stesso editore, Il ragionamento giuridico tra formalismo e retorica. Per Progedit ricordiamo la cura del volume Università etica? Libertà accademica e self-restraint (2010) e del volume Democrazia, cittadinanza e governo del territorio (2013).
Onofrio Romano insegna Sociologia dei fenomeni politici nel corso di laurea in Management Amministrativo della Facoltà di Scienze Politiche e Sociologia generale nelle Facoltà di Lingue e di Giurisprudenza dell'Università di Bari.
Vincenzo Spadavecchia è un ricercatore indipendente. Ha svolto numerosi studi sulla storia dei processi politici e culturali.
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