L’insolvenza delle imprese crea un duplice problema: spinge le banche a ridurre l’offerta di credito, nel timore di incorrere in nuove perdite, e scatena un effetto “domino” tra le stesse imprese.
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L’insolvenza delle imprese, che in questi ultimi anni ha raggiunto livelli molto elevati, crea un duplice problema: spinge le banche a ridurre l’offerta di credito, nel timore di incorrere in nuove perdite, e scatena un effetto “domino” tra le stesse imprese. Ne consegue una questione di rilevanza sistemica e sociale.
È importante poter contare su strumenti in grado di prevedere in modo accurato la probabilità che un soggetto possa diventare “insolvente”. Il punto centrale del ragionamento, alla base del modello proposto in questo libro, è che il rischio di default non risiede tanto nell’ammontare complessivo di debito – in assoluto o rispetto al patrimonio – quanto nella capacità da parte del debitore di rispettare le scadenze relative alle passività.
L’analisi viene concentrata sulla individuazione dei fattori – interni ed esterni all’impresa – che influenzano la formazione e la stabilità nel tempo della liquidità necessaria al rimborso del debito.
Il libro propone l’elaborazione teorica e applicata che fu alla base della costruzione di un modello di calcolo della probabilità di default disponibile sul sito www.ratingexpress.net (e www.smerating. org nella versione predisposta per i Paesi dell’Europa orientale).
Giampaolo Busso ha ricoperto e continua a svolgere funzioni di amministrazione in entità creditizie e finanziarie. Da anni si occupa delle tematiche relative al rischio di credito tenendo conto degli indirizzi regolamentari e degli ultimi sviluppi della letteratura su questa materia. Tra le sue numerose pubblicazioni, ricordiamo, per Progedit, L’economia della crisi. Profitti, finanza, povertà (2011) e L’insolvenza delle imprese (2013).
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