Un contributo storiografico sul governo delle autonomie
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Fin dalla sua nascita, la Provincia dell’Italia liberale è stata considerata da molti studiosi e uomini politici un ente secondario, succube dell’invadente strapotere dei prefetti e sopravanzato, per importanza amministrativa, dai comuni. L’Autore propone, invece, un’immagine più dinamica di questo ente, svolgendo prima un’attenta disamina dei suoi fondamenti legislativi e soprattutto socio-economici, poi l’analisi approfondita di un singolo caso di studio, rappresentato dal Consiglio provinciale di Bari. Le realizzazioni promosse da questo organismo nel campo soprattutto delle opere stradali, dell’istruzione e della beneficenza pubblica, nonché la sua attività istituzionale densa di risvolti politici, dimostrano come la Provincia non solo contribuì significativamente alla crescita dell’economia e della società nel territorio da essa amministrato, ma ebbe una parte essenziale nell’attuazione di quella sintesi tra governo dall’alto e rappresentanza degli interessi “proprietari” che fu alla base dell’egemonia della borghesia liberale nei decenni fra l’Unità e la prima guerra mondiale.
Nicola Antonacci (Bari, 1962) è dottore di ricerca in Storia economico-sociale e religiosa dell'Europa. Docente d ruolo nelle scuole superiori, collabora da anni con il Dipartimento di Scienze storiche e sociali dell'Università degli Studi di Bari. Oltre a numerosi saggi comparsi su riviste specializzate, ha pubblicato i volumi intitolati Terra e potere in una città del Mezzogiorno (Edipuglia, 1996) e Dalla repubblica napoletana alla monarchia italiana (Edipuglia, 2000), ed è coautore del volume Immaginare l'Europa (Progedit, 1999).
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