Il volume, analizzando alcune possibili “altre menti”, offre suggestioni utili ad abituare a formare e a pensare “altrimenti”
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25,00€
Per ogni forma di relazione che ciascun soggetto intrattiene con il mondo si definisce un modo particolare di “essere mente”. La mente, in tal senso, non è più limitata a una rappresentazione che la limita a sola diretta emanazione funzionale del cervello. Essa piuttosto emerge dell’essere relazione, di volta in volta, di attuale-inattuale, logos-eros, bíos-techne, io-altro ecc. Moltiplicando, con ciò, i modelli formativi di una esperienza orientata a promuoverne capacità e competenze che, materialisticamente, finiscono con il problematizzare la mobilità storica delle identità del soggetto-persona in formazione.
L’idea di fondo è procedere alla problematizzazione dei modi attraverso i quali il soggetto entra in relazione con mondi eterogenei di significati e azioni, di problemi e risorse, di soggetti e contesti, attivando, per ciascun ambito, originali ed emergenti strategie conoscitive, autoformative e trasformative, potenzialmente segnate da altrettanto originali ed emergenti visioni teleologiche, assiologiche ed etico-politiche.
Il volume, in tal senso, analizzando alcune possibili “altre menti”, offre suggestioni utili ad abituare a formare e a pensare “altrimenti”.
Giuseppe Annacontini è professore associato di Pedagogia generale e sociale presso il Dipartimento di Storia Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento. Si interessa di pedagogia convivialista, deontologia, educazione alla salute e promozione del benessere a partire da un approccio complesso e problematicista. Autore di numerosi saggi, articoli e volumi tra i quali: Dalla mano al pensiero (Lecce 2012); Pedagogia dal sottosuolo. Teoria critica e linee metodologiche (Torino 2014); con José Luis Rodríguez-Illera, La mossa del gambero. Teorie, metodi e contesti di pratica narrativa (Milano 2018). Per Progedit ricordiamo, Lo sguardo e la parola. Etnografia, cura e formazione (2010), la cura di Senza carro armato, né fucile. Libertà, resistenza, formazione di Jolanta U. Grębowiec Baffoni (2011), Imparare a essere forti. Segnavia di pedagogia della salute per pensare la relazione di cura (2019); con Rosa Gallelli, Formare altre(i)menti (2014); con Isabella Loiodice, Pedagogie meridiane (2017).
Rosa Gallelli, docente presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, si occupa da anni di Pedagogia della salute e di processi formativi orientati alla valorizzazione delle differenze. Tra i suoi saggi ricordiamo, per Progedit, Incontri mancati. Didattica e sessualità (2012) e Culture del corpo tra Oriente e Occidente (2019).
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