Stefania Vanìa

Ceramiche apule

Un cospicuo e pregevole nucleo di reperti ceramici di produzione indigena apula tra il VII e il II sec. a.C.

Collana: Itinerari
Anno di pubblicazione: 2003
Numero di pagine: 136 con 100 ill a colori e b/n
ISBN 88-88550-32-1 Tipologia Tag , ,

Prezzo

22,00

Il libro affronta lo studio di un cospicuo e pregevole nucleo di reperti ceramici di produzione indigena apula tra il VII e il II sec. a.C., nell’ambito di una ricca collezione archeologica privata donata al Museo Diocesano di Trani, dove è esposta dal 1998. Consta di un catalogo, corredato di immagini di riferimento per ogni pezzo, e di uno studio analitico che, attraverso la ricerca di confronti con pezzi editi da contesti di scavo, ne propone un inquadramento stilistico e cronologico altrimenti negato dall’irrimediabile perdita delle informazioni sulla provenienza. Si cerca di fornire, dunque, strumenti accessibili che, anche nelle mani dei poco esperti, possano giovare alla pubblica fruizione di un patrimonio gelosamente raccolto da un appassionato e poi generosamente donato al Museo con l’intento di favorirne la conoscenza. D’altra parte, la pubblicazione rappresenta un’ulteriore risorsa per gli specialisti per integrare le conoscenze già acquisite sull’artigianato della Puglia preromana con i dati dispersi dal collezionismo privato. Questo tipo di confronti per gli studi sulle ceramiche può restituire così un panorama dell’artigianato antico più vario di quello conosciuto, aggiungendo alle produzioni vascolari più diffuse e documentate quelle più estrose e bizzarre che, evidentemente, sfuggono alla letteratura archeologica perché predilette dal gusto collezionistico.

Stefania Vanìa

Stefania Vania, nata a Trani (Ba) nel 1975, ha conseguito presso l'Università di Bari la Laurea in Lettere Classiche ad indirizzo storico-archeologico e il Diploma di Specializzazione in Archeologia Classica; attualmente è dottoranda di ricerca in Scienze Archeologiche e Storico-Artistiche presso l'Università Federico II di Napoli. Nell'ambito di un interesse per le civiltà della Puglia in contatto con la Magna Grecia, integra le esperienze di scavo in alcuni siti indigeni (Herdonia, Muro Tenente, Monte Sannace) con lo studio dei reperti ceramici.

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