Simone De Bartolo parla di “Santi dei vicoli e delle corti” di Michele Fanelli su Bari-e

Simone De Bartolo parla di “Santi dei vicoli e delle corti” di Michele Fanelli su Bari-e

Fonte: Un viaggio tra i vicoli di Bari vecchia alla scoperta delle edicole votive – Il nuovo libro di Michele Fanelli – Webzine di cultura “glocale” (bari-e.it)
Clicca sul link per leggere l’articolo: di seguito un estratto.

MICHELE FANELLI, Santi dei vicoli e delle corti. Le edicole religiose (L’Annicchie di Bare vecchie), Fotografie di Giulio Urbano, Prefazioni di Giuseppe Dalfino, Lorenzo Leonetti, Rossella Ressa, Progedit, Bari 2021

Corredato da un ricco apparato iconografico, curato da Giulio Urbano, il nuovo libro di Michele Fanelli, accompagna il lettore attraverso i vicoli di Bari Vecchia, illustrando le edicole sacre che ne decorano i muri: non semplici “ornamenti”, bensì segni di sincera devozione popolare non disgiunta dalla ricerca del valore estetico, conformemente al pensiero tomistico che ravvisa l’unità del Bello, del Buono e del Vero.     

Il viaggio è affascinante, e denso di riferimenti storici

La Madonna col Bambino (sec. XVI) in piazza Mercantile, bassorilievo policromo di scultore ignoto, ci riporta alla devozione di una committente illustre, la celebre Duchessa Bona Sforza (Vigevano 1494 – Bari 1557). L’iconografia mariana è preponderante, e la Vergine supera anche il patrono San Nicola. 

Alcune Madonne riprendono il tipo iconografico della Odegitria in Cattedrale, la quale, secondo la tradizione, sarebbe stata dipinta da San Luca Evangelista in persona, santo pittore e protettore delle arti, donde prende il nome la romana “Accademia di San Luca”; tra queste, quella recente posta in piazza dell’Odegitria (Luigi Monno, 2002). 

Autentica opera d’arte è la Madonna del Lume (sec. XVIII) in via Palazzo di Città (oggi protetta da un vetro, per preservarla da intemperie ed atti vandalici), dipinta da Nicola De Filippis (Triggiano, Bari 1694-1769), valente artista – nipote di Vitantonio, e discepolo del più noto Paolo De Matteis (1662-1728) – tra i più noti esponenti della pittura barocca in Puglia. 

Con la significativa eccezione dell’opera del De Filippis che, come si apprende dal testo, riviene da una pala d’altare originariamente collocata nella Chiesa del Gesù, gli autori delle immagini sante dei vicoli anteriori al XIX secolo sono pressoché ignoti.

Nell’Ottocento la situazione muta, in relazione al mutamento del ruolo sociale dell’artista. Ebbe grande notorietà Michele Montrone (Bari 1838-1925), non soltanto per le edicole devozionali e per i grandi affreschi con scene religiose, ma soprattutto per le famose “bottiglie della manna” (bottiglie finemente decorate e illustrate in cui è contenuta la manna di San Nicola), oggi particolarmente ricercate da collezionisti, appassionati e devoti. 

Tra le edicole del Montrone, spicca per dolcezza d’espressione la Madonna delle Grazie (1900 ca.) dell’Arco Vanese. Minor notorietà ebbe il suo discepolo Vito Dentamaro (Bari not. 1873-87) che però fu particolarmente attivo, e raggiunse i migliori risultati espressivi declinando in varie edicole il tema della Madonna Addolorata nonché l’iconografia nicolaiana. 

Tra ‘800 e ‘900 dovrebbe collocarsi Antonio Lanave (Bari 1878-1953) con la sua Madonna del Carmine nel vico omonimo, che sembrerebbe essere un’opera giovanile, forse realizzata nel periodo in cui stava terminando le decorazioni del Petruzzelli al seguito dell’Armenise.

Nel Novecento, si segnalano Umberto Colonna (Bari 1913-93) col suo San Nicola (1978) in mosaico, posto a segnare in piazza Chiurlia l’accesso alla città vecchia, nonché Raffaele Spizzico (Bari 1912-2003) col suo Crocefisso (2000) in ceramica, collocato nell’arco omonimo in luogo d’una precedente immagine di cui s’è perduta la memoria.

Nel Terzo Millennio si distinguono Mario Piergiovanni (Bari 1927-2009), peraltro autore del bronzeo Monumento alla Donna nel giardino sottostante il Fortino Sant’Antonio, e Mario Colonna (Bari 1946) che ha dipinto la bella immagine devozionale della Beata Elia di San Clemente (2015) in piazza San Marco. Artisti pienamente moderni, tuttavia mai sedotti dalle sirene degli “ismi” novecenteschi che mal s’adattano alle necessità dell’Arte Sacra.

Se la conoscenza è ineludibile premessa per la tutela del patrimonio culturale, libri come questo valgono ben più di certi ponderosi tomi di critica d’arte e filosofia estetica, i quali, al contrario, innumerevoli danni hanno arrecato nel susseguirsi delle epoche storiche, propiziando la distruzione di opere d’arte non confacenti al mutato gusto delle élite e degli intellettuali “organici” ad esse. 

Oggigiorno il pericolo dell’iconoclastia non è del tutto scongiurato, ma è senza dubbio l’indifferenza a cagionare principalmente il depauperamento del patrimonio storico-artistico. Un’indifferenza cui si cerca di porre rimedio, anche con libri come questo.

Data: martedì 1 Novembre 2022
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