Comprendere una natura più grande di quanto immaginiamo
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Superstizione, truffa, roba da creduloni: con questi epiteti viene etichettato di solito l’insieme di quelle manifestazioni che vanno sotto il nome generico di “paranormale” o “fenomeni psi”. Gli uomini di scienza tendono a prenderne le distanze a priori, come se si trattasse di qualcosa di vergognoso, o di contagioso.
Ma è veramente così che stanno le cose? Telepatia, premonizione, la capacità di certi animali di ritrovare la strada di casa… si tratta di un residuo d’altri tempi, che l’era della scienza ha finalmente superato? O non è forse vero il contrario: che non solo la scienza non sa dare una spiegazione a molti di questi fenomeni; ma che, in più, proprio perché si rifiuta di indagarli a fondo, si trova essa stessa in una impasse dalla quale potrebbe venir fuori solo rivedendo alla radice il proprio paradigma materialistico-meccanicistico?
Rupert Sheldrake spiega che un modo per chiarire questi interrogativi c’è e forse è a portata di mano; ma che la scienza deve essere disposta ad ampliare il proprio orizzonte, per andare incontro a una natura che è più grande di quanto immaginiamo.
Paolo Calabrò, di formazione scientifica e filosofica, dirige la collana di filosofia “I Cento Talleri” dell’editore Il Prato insieme a Diego Fusaro ed è autore di diversi articoli scientifici anche in ambito internazionale. Ha pubblicato quattro romanzi noir e tre saggi di filosofia in volume: Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (2011), La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell’umano di Maurice Bellet (2014) e Ivan Illich. Il mondo a misura d’uomo (2018). Gestisce il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ha collaborato come traduttore all’Opera Omnia di Raimon Panikkar.
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