Maria Pia Latorre, autrice e lettrice, recensisce “Come faccio senza di te?” di Chiara Dell’Acqua

Maria Pia Latorre, autrice e lettrice, recensisce “Come faccio senza di te?” di Chiara Dell’Acqua

COME FACCIO SENZA DI TE? (Chiara Dell’Acqua e Lucia De Marco)

Delicato contenitore di storie immerso in una tenue atmosfera sognante in cui poter  parlare serenamente di separazione e di difficoltà infantili. Il volume è progettato per  combattere l’ansia del non-ritorno delle figure  affettive di riferimento, quelle che la psicologia definisce “dell’ attaccamento multiplo”, e che risolveranno progressivamente la crescita psico-affettiva del bambino. L’affidarsi alla parola-racconto è una modalità da millenni usata per calmare, cullare, esorcizzare la paura, consolare i dolori, soprattutto quello del distacco materno, figura che nelle prime fasi della vita si vive come un tutt’uno col sé.

Il primo racconto ha per protagonista Giacomino, un bimbo felice che, purtroppo, deve accettare la partenza, per motivi di lavoro, della mamma ed è aiutato prima da un’ape, poi da una tartaruga e da un granchietto a continuare a vivere le proprie giornate superando quella grave difficoltà. Il racconto, nel percorso di esplorazione, porta il bambino a perdersi all’inseguimento di un mondo che è al di fuori del sé e che lo aiuterà a distrarsi e a sopportare adeguatamente il dolore. Le migliori parole che una mamma possa aver trovato per aiutare il proprio piccolo ad accettare la peggiore delle esperienze: la separazione.

Il secondo ha per protagonisti Emma e Lorenzo, due amici indivisibili. Emma è infelice a causa della perdita del nonno, così Lorenzo, con l’aiuto di uno zio, fa conoscere alla sua amica il cacciatore di nuvole Nefelterio. I tre partono sulla mongolfiera dello strambo ricercatore, fino al cielo, oltre le nuvole, dove Emma, tra giochi e scoperte, potrà finalmente rincontrare il suo amato nonno e gioire: “ Allora era vero quello che dicevano i grandi, che il nonno la guardava da lassù…”

La terza vicenda racconta dello smarrimento del riccio Nerino a causa di una brutta e tipica disavventura “da bosco”. Sarà temporaneamente ospitato dal suo amico leprotto e dalla sua mamma traendo da questa esperienza il grande insegnamento che “i genitori ci proteggono sempre da tutti i lupi di tutti i boschi del mondo, anche da lontano”. Storie lievi ed essenziali, quelle di Chiara Dell’Acqua, per bambini alle prese con la rielaborazione dei primi drammatici problemi affettivi, con le prime delusioni emotive ai quali far seguire l’immediato necessario riassetto esperienziale alla conquista della costruzione del sé.

Le illustrazione di Lucia De Marco intingono i pennelli nella poesia più rarefatta per restituirci, trasfigurate, soavi e lievi immagini in movimento. Poesia sì, ma con il piglio rinascimentale dell’esplorazione scientifica volto ad una riproduzione ad un  tempo naturale e suggestiva della realtà.  Nel libro la luce è la grande protagonista, catturata tra le fibre di cellulosa da macchie di colore che ne esaltano la vivezza. Ed è una sarabanda di voli di bimbi, di giostre e mongolfiere appena sgusciate fuori dal poderoso baule dall’immaginario. La De Marco, col suo naturale sentire lirico, maneggia sapientemente gli elementi primordiali: l’aria, che nei giochi dei bagliori e delle ombre si fa atmosfera; l’acqua impastata alle cialde cromatiche, la materia cartacea che si fa tabula rasa di evocazioni immaginifiche; il fuoco-luce catturato e fermato tra le diverse forme. Un paesaggio che cambia e si trasforma mantenendo costante un’unica potente matrice: la tenerezza.

Età: 3+

                                                                                                   Maria Pia Latorre

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