Maria Pia Latorre recensisce “La volta che il cielo sparì” su “Il Corriere Nazionale”

Maria Pia Latorre recensisce “La volta che il cielo sparì” su “Il Corriere Nazionale”

Fonte: Corriere Nazionale

Corriere Nazionale Cultura 08 Novembre 2016

La volta che il cielo sparì
di Cristina Marsi e Daniela Giarratana, Progedit , Bari

È l’incredibile storia della sparizione del cielo dal pianeta Terra e delle nefaste conseguenze che tale evento produrrà.
I protagonisti, Orkio e Scrich, due vivaci e coraggiosi procioni, vivono la loro spericolata avventura -come recita lo stesso sottotitolo dell’opera- affrontando le diverse vicissitudini con lo spirito omerico del viaggio di formazione. A bordo di una leonardesca macchinetta volante, attraversano l’immenso universo sconosciuto e misterioso puntando tutte le loro energie a quell’unico obiettivo vitale: ritrovare il cielo. Nelle condizioni estreme emerge la parte più profonda di ogni personaggio e la gravità della situazione mostra, in modo chiaro e netto, chi è realmente portatore di bontà, oltre il nero più nero, e chi invece, non ha la forza di opporsi al male e si lascia da esso trascinare, dando sfogo agli istinti più biechi.
La mediazione dell’ibrido Goli sul pianeta Oteno risolverà l’azione e farà ritornare gli eroi, vincitori, sul pianeta Terra.
Lo scenario apocalittico aiuterà i più piccoli a confrontarsi con i grandi temi dell’inquinamento e delle numerose emergenze del pianeta che, senz’altro, creano non poche preoccupazioni e, purtroppo, anche allarmismi circa le sorti stesse del pianeta. Dunque un testo di forte attualità.
L’incalzare delle domande di apertura del racconto, creano da subito un ritmo narrativo serrato e carico d’inquietudine, culminante nel timoroso : -Che sia la fine del mondo?-
Nello scorrere dell’avventura, ben delineati i personaggi positivi, mentre l’antagonismo è concentrato nelle avversità della natura e nella figura della Signora Mill, autentica espressione della peggiore umanità.
È un racconto dove le autrici hanno volutamente esasperato le condizioni di vita sul pianeta e le situazioni di quotidianità, dando così ai personaggi la possibilità di esprimersi in un contesto dequalificato e non affatto a dimensione umana, mettendoli nella condizione di dover scegliere da che parte stare.
Carico di forte simbolismo, con marcate venature espressioniste, la fabula del racconto, di tipico impianto proppiano, rimanda con grande maestria al mondo della poesia, laddove ogni emozione vissuta dai personaggi viene abilmente stimmatizzata in forma rarefatta. Marcata ed essenziale la narrazione alla quale corrisponde l’efficacia visiva delle immagini, estremamente curate. Molte e d’effetto le onomatopee; già riecheggianti nei nomi dei protagonisti, esse contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa e continuamente fluttuante.
All’unisono il connubio testo-immagini che fanno di La volta che il cielo spari’ un bel testo non solo per bambini, ma per tutti.

Maria Pia Latorre

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