“Versi a Teocrito” di A. Santoliquido recensito da Patrizia Sollecito

“Versi a Teocrito” di A. Santoliquido recensito da Patrizia Sollecito

“Versi a Teocrito”: emozioni

Nell’ultimo verso dell’Antologia Palatina, attribuita a Teocrito, si legge:

“non seguì mai la Musa altrui”.

Parole che aderiscono perfettamente ad Anna Santoliquido.
Originalità; raffinatezza; sfumature di interiorità, in tutta la gamma dei colori (dal rosso del pathos all’azzurro del Cielo) si ritrovano nella sua Poesia e, in particolare, nel poemetto “Versi a Teocrito”.
La sua scrittura poetica, “brevitas e labor limae”, direbbero i latini, è dotta; ricompone, amalgamandoli magistralmente, tutti gli elementi del mondo greco: le rocce e il mare del paesaggio; la tradizione poetica; i miti; “le tegole della storia”, attraverso l’arte greca, espressione intramontabile di purezza e di armonia.
Non si lasci ingannare il lettore.
Sirena seducente, la Santoliquido, dallo scoglio di parole graffianti e sinfoniche, attira per condurre “oltre”; perché “la musica intriga” e quando l’anima è rilassata, inconsapevolmente, inizia a scandagliarsi.
Nel silenzio purificante, pianti sommessi si spandono; si inciampa nei nastri che impigliano e si vive la metamorfosi del bozzolo che diventa farfalla. Simbolo di leggerezza, di colori, di voli. Simbolo di Donna che aleggia sovrana, con ali spolverate di terra e “Serafini sulla testa”, verso un viaggio, di cui è impossibile non avvertirne il richiamo, che punta alla Bellezza senza tramonto.
La Poesia di Anna è orientata ad Oriente. Poesia di Luce, di grembo, di consapevolezza, di lotta, di ricominciamenti.
Poesia del sempre umano, intinto nell’eternità dell’Amore.

Patrizia Sollecito

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