Infanzia, ‘Bullo Macigno’
L’antidoto filastrocca
Giovedì, 19 febbraio 2015
di Antonio V. Gelormini
La filastrocca come uno dei codici universali per favorire moderne connessioni tra generazioni che parlano linguaggi diversi. La leggerezza del ritmo per stabilire un’assonanza – tutta da ricomporre – tra genitori e figli nell’assordante e quotidiana confusione della lotta per primeggiare. Un filo d’Arianna da ricercare nella matassa dei ricordi inconsci, dove è nascosta la melodia materna di una ninna nanna, per riannodarlo alle nuove trame in fibra ottica che comunque utilizzano l’antica forza espressiva della parola.
“Bullo Macigno” di Maria Luisa Sgobba con illustrazioni di Chiara Gobbo, Progedit Ed. 2014, è una sorta di corsa chiassosa e spensierata fatta con l’aquilone di una storia, che è metafora del bisogno dei bambini e dei ragazzi di ritrovarsi nel vortice coinvolgente della sana complicità, della naturale ricerca di contatto e dell’altrettanta naturale predisposizione al gioco condiviso.
La cantilena allegra di una diversità, più o meno superiore, che diventa motivo di emarginazione e di malcontento più o meno manifestati; l’avvio di un percorso rivoluzionario, scandito dalla scoperta e dallo scambio di sentimenti incastonati in parole-figurine: COMPAGNIA, CORAGGIO, SORRISO, AMICIZIA, ARMONIA.
Il fiorire innocente e spontaneo di un sodalizio ricco di curiosità, con un “Garrone” dei nostri giorni, in un contesto solo apparentemente lontano da quello raccontato e didatticamente utilizzato da Edmondo De Amicis nel celeberrimo libro “Cuore”.
Un’operazione, quella di Maria Luisa Sgobba e di Chiara Gobbo (pensa come scherza anche la vita, divertendosi a incrociare i destini di persone che paiono tratti dalla stessa storia raccontata), che arricchisce l’impegno delle autrici nella sfera del volontariato sociale per l’infanzia e si inserisce nel ventaglio di attività educative del Laboratorio della Buona Notizia o del Forum Bambini e Mass Media, portati avanti con l’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) e l’EUI (Ecole Universitaire Internationale).
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Maria Luisa Sgobba, nata a Bari, dal 1997 è giornalista Mediaset. Ha collaborato con radio e settimanali a diffusione nazionale prima di raccontare storie e avvenimenti dalla sua Puglia per il Tg5. Da bambina, a chiunque glielo chiedesse, diceva che sarebbe diventata giornalista e che avrebbe avuto sette figli. Il primo sogno lo ha realizzato, il secondo per meno di 1/3, ma si ritiene soddisfatta. Bullo Macigno è un personaggio massiccio che ricorreva spesso nei racconti serali ai suoi bambini. Per gioco, la sua storia è stata trascritta in rima, una storia di conquiste: amicizia, crescita e gioco, capaci di smontare solitudine e sopraffazione.
Chiara Gobbo nasce nel 1979 in provincia di Torino. Illustratrice a tempo pieno, ha collaborato con diverse case editrici italiane e ottenuto riconoscimenti in concorsi di illustrazione nazionali e internazionali. Per i nostri tipi, ha disegnato il volume di Anna Baccelliere, I grandi non capiscono mai niente. I bambini ci spiegano la vita. Il suo sito: www.chiaragobbo.blogspot.com
(gelormini@affaritaliani.it)
Fonte: www.affaritaliani.it