Recensione a “Come il rombo di una Harley” sul blog “L’Infeltrita”

Recensione a “Come il rombo di una Harley” sul blog “L’Infeltrita”

Un breve estratto della recensione a “Come il rombo di una Harley” di Marianna Acquaviva scritta sul blog “L’infeltrita”.
Link all’articolo completo: http://infeltrita.blogspot.it/2014/11/come-il-rombo-di-una-harley-di-marianna.html?spref=fb

Come il rombo di una Harley di Marianna Acquaviva.

L’Infeltrita

Una storia d’amore è sempre storia di mondi che si avvicinano. In questo caso, si tratta di due mondi lontanissimi, la cui diversità produce scontri e deflagrazioni. Riccardo e Sara.
Lui, lei e…l’Harley: la motocicletta, che ha il nome pretenzioso di Lady Madonna, ha tutte le carte in regola per diventare una rivale. Strumento di libertà per Riccardo, accesso a un universo sconosciuto per Sara, che dovrà abituarsi a regole, linguaggi e simboli in contrasto evidente con i suoi vestiti di seta e con quella mondanità fatta di discoteche esclusive e cene formali.
Riccardo è un personaggio introverso e umbratile, che ha bisogno di ritrovare fiducia nella vita e nelle persone dopo un brutto incidente che lo ha ridotto in coma e da cui si è ripreso faticosamente. Sara è una giovane donna sospesa tra l’adolescenza senza fine e la vita adulta che la reclama con scelte, non sempre facili. L’uno e l’altra attraverseranno esperienze dure: il tradimento, il rifiuto, le porte che si chiudono in faccia a sogni lungamente covati, l’incomunicabilità.
“Come il rombo di una Harley” racconta picchi e baratri di una relazione difficile e di un ancor più difficile processo di maturazione.
I due protagonisti sono parte di una costellazione di amici (motociclisti, ma non solo) con personalità molto diverse che arricchiscono il romanzo di sfumature e caratteri. Filippo, faceto e scurrile, Igor, motociclista-psichiatra dalla doppia vita, Margherita, baronessa blasonata e poi baristi, harleysti raminghi e violenti, vescovi e barboni. I personaggi secondari non sono una folla invadente né uno sfondo incolore. La loro presenza contribuisce a far crescere la coppia. Fra tutti spicca Fernando, un senzatetto, un po’ matto e molto onesto, autore di una lettera che lascia al lettore un bel carico di insegnamenti su cui riflettere…

Il lessico è semplice e diretto, i dialoghi frequenti e rapidi riproducono il parlato giovanile, non censurano turpiloquio e battutacce, senza tuttavia esserne travolti. Tra motociclisti sarebbe stonato “adirarsi” o anche solo “arrabbiarsi”. Riccardo e Sara s’incazzano – e con impeto! – sin dai primi giorni della loro relazione. E volano piatti e paroloni che è una bellezza!
La storia si nutre di scontri verbali, gaffes e incomprensioni. E Sara, che narra le vicende a distanza di un po’ di tempo, riesce a presentarle con l’ironia di colui che guarda ormai le bufere da un porto sicuro e se la ride, sano e salvo.
La voce narrante alleggerisce il tragico, laddove si potrebbe addensare, con una vena comica che in certi passaggi ricorda le scene di cabaret e il teatro degli equivoci.

Ripercorriamo luoghi e spazi del sud barese, fra costa alta e spiagge punteggiate di locali, masserie che diventano teatro di raduni per centauri e pub dove la birra scorre a fiotti. Interni ed esterni si alternano come si alternano i paesaggi d’animo (opposti) dei due protagonisti: la chiusura ermetica di Riccardo e l’apertura al mondo di Sara. L’ordine e il disordine.
Lo scioglimento del romanzo è in una figura retorica, la similitudine.
Ma come, direte, in che senso?
Non vi concedo lo spoileraggio estremo. Il finale è del lettore. Non del recensore.
Un po’ di malinconia, in questa lettura che mi riporta al un tempo in cui non c’erano i Social Network e l’unico canale di comunicazione “sociale” fra innamorati distanti e sospirosi erano le radio private e i programmi di dediche con cui la gioventù di paese si scambiava emozioni e desideri, improperi e suppliche, sotto le orecchie attente di coetanei e pettegoli.
Faccio un di campanilismo, per la mia terra e la mia generazione raccontate con l’enfasi e con l’amore di chi ne fa parte e ne condivide luci e ombre.

Data: lunedì 10 Novembre 2014
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