“Locali per soli uomini” di F. la Forgia recensito su Puglialibre

“Locali per soli uomini” di F. la Forgia recensito su Puglialibre

Articolo tratto da Puglialibre

“Locali per soli uomini” di Francesca la Forgia
Dalla Rubrica LaPugliaChePubblica

Dal prossimo approdo in Senato della discussione sulla nuova legge elettorale nazionale, alla scadenza delle elezioni regionali di primavera, al successivo esame della riforma costituzionale sul Senato delle Autonomie: nei prossimi mesi in tutti questi dossier già aperti sul tavolo della politica tornerà a essere affrontata la questione della rappresentanza di genere nelle assemblee elettive di primo o secondo grado. Non si tratta, come viene giornalisticamente semplificato, di “quote rosa”: tra le soluzioni proposte da uno schieramento ormai trasversale, oltre alla richiesta di una equiparazione numerica all’interno delle liste, c’è anche e soprattutto quella della doppia preferenza di genere che non conduce a una quota predefinita di elette, ma mira semplicemente a offrire alle candidate maggiori opportunità per scardinare quella che ancora le più recenti competizioni elettorali, soprattutto a livello regionale, mostrano essere una barriera a una più ampia rappresentanza femminile.

Un’analisi esaustiva dell’attuale contesto nazionale su tale questione è quella che si ritrova in Locali per soli uomini, recente pubblicazione dell’avvocata molfettese Francesca la Forgia uscita per i tipi di Progedit (pp. 80, euro 15); l’autrice è una delle maggiori esperte in materia, com’è testimoniato anche dalla sua partecipazione alla redazione del rapporto ombra 2011 sulla CEDAW (la Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne) ma ancor più direttamente dai ricorsi da lei stessa prodotti, in collaborazione con associazioni e rappresentanti istituzionali come le consigliere di parità, contro numerose giunte comunali senza presenze femminili, e dunque in aperta violazione del dettato costituzionale. E proprio dal primo di questi ricorsi, nel 2008, e proprio da Molfetta, prende avvio la ricerca, che conserva, malgrado i riferimenti normativi e alle sentenze pronunciate negli ultimi anni, uno stile divulgativo.

Proprio il successo di questi ricorsi (ma, probabilmente, anche l’esempio del governo nazionale e, prima ancora, di alcune giunte regionali con lo stesso numero di uomini e donne) hanno reso ormai assai più rari i casi di sindaci disposti a varare squadre di assessori tutte al maschile; a ciò si aggiunga la legge del novembre 2012 che ha introdotto per le elezioni comunali la doppia preferenza di genere, che ha generalmente incrementato la presenza femminile nelle assemblee municipali. Ma nel corso degli ultimi anni non sono mancate feroci delusioni, e numerosi punti interrogativi restano aperti su ciò che potrà avvenire per le scadenze elettorali anche più immediate. Si pensi, su tutte, alle elezioni regionali, e in particolare alla Puglia, dove una eccezionale mobilitazione e la raccolta di trentamila firme per la doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale sono state spazzate via, nel 2012, dal voto segreto con cui il consiglio regionale ha bocciato quella proposta (tuttora assente nella bozza di modifica della legge elettorale che deve essere approvata prima della fine della legislatura, tra pochi mesi; molti consiglieri intendono evidentemente replicare il risultato delle ultime elezioni regionali in Sardegna e Basilicata, dove nessuna donna è riuscita a essere eletta).

C’è poi da affrontare a breve il capitolo Italicum, sempre che vada in porto dopo le fibrillazioni delle ultime ore. Il 10 marzo scorso l’aula di Montecitorio fu gelata dal voto segreto che per ben tre volte bocciò gli emendamenti bipartisan che puntavano alla doppia preferenza o quantomeno a un’alternanza uomo-donna nelle liste dei collegi plurinominali. Il Senato, che dovrà comunque apportare altre modifiche di sostanza (come la quota per la conquista del premio di maggioranza o le soglie di sbarramento), riuscirà a introdurre misure efficaci per la rappresentanza di genere? O accadrà come alle recenti modifiche della legge elettorale europea, che hanno rinviato la doppia preferenza al 2019? Come si diceva, le questioni aperte restano numerose. E una pubblicazione come questa di la Forgia ha il merito di contribuire a un dibattito di cui la politica mostra di avere ancora assai bisogno.

Stefano Savella

Data: venerdì 7 Novembre 2014
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