Il viaggio immaginario nei sobborghi della città di Bari non è la semplice trama del libro ma è un percorso fatto compiere dall’autore al lettore stesso. Sulla spalla del viaggiatore vi è il maligno che, sotto forma di un diavoletto, lo porta a conoscere uno degli aspetti sotto i quali si manifesta, l’usura. Il libro mette in luce una dura realtà, quella di persone per bene che, a causa di debolezze o di disgrazie, si ritrovano a rivolgersi all’usuraio entrando così in un vortice senza fine che spesso sfocia nel suicidio. Questa non è però l’unica possibile conclusione: vi è una luce di speranza data dal “concorrente”, come viene chiamato dal diavolo che, essendo il suo opposto, riesce a condurre, con la sua potenza, chi decide di essere aiutato verso la salvezza. Il libro è scorrevole, scritto in modo semplice e ironico. Il maligno con i suoi mille volti appare quasi benevolo e simpatico ma, in ogni pagina, saltano agli occhi tutti i danni che causa e il tentativo di corrompere anche il lettore che, nonostante sia ormai al corrente dei suoi trucchi, rischia comunque di essere tentato.
Serhiy Kozak – studente Istituto Tecnico Industriale Statale "G. Ferraris" Savona