Antonio Sanfrancesco recensisce “In punta di stella” su «Famiglia Cristiana»

Antonio Sanfrancesco recensisce “In punta di stella” su «Famiglia Cristiana»

Raccontare l’orrore ai bimbi si può. Con una filastrocca.

27 gennaio 2014

L’orrore della Shoah è, per definizione, irraccontabile. Soprattutto se ci si rivolge a bambini. Ma la parola a volte fa miracoli. E se modulata bene può riuscire nell’impossibile: raccontare l’industria della morte dei campi di concentramento nazisti attraverso la forma lieve della filastrocca, della fiaba, della poesia unita alle immagini palpitanti di disegni e illustrazioni. In punta di stella (pp. 96, € 15, Progedit editore) è un tentativo ben riuscito e rivela già nel titolo questa levità di stile.
«Il tema è ostico e abbastanza difficile», ammette Anna Baccelliere, una delle due autrici insieme a Liliana Carone, che ha curato le illustrazioni, «ma ai ragazzi bisogna raccontare tutto trovando le parole giuste. La memoria è una fiamma che va alimentata con fantasia».
Il filo conduttore del volume è la speranza che l’orrore di quello sterminio non ritorni più e che le giovani generazioni imparino il rispetto dell’altro, del diverso, di ogni prossimo. Problema non banale: il tempo che passa fa scolorire l’impegno della memoria, i sopravvissuti che possano raccontare le loro esperienze diventano sempre di meno. Resta il potere dell’arte, della fantasia, dell’ironia persino.
«Guardo la luna e sono contento / ma nel cuore ho tanto sgomento. / Senza la mamma e il papà / che ci faccio da solo qua?», si legge in una filastrocca del volume. «È un modo delicato e giocoso per porgere ai ragazzi l’orrore della Shoah», spiega Baccelliere, «è un libro che si presenta da solo, non ha bisogno di essere descritto: lo stile poetico e leggero si mescola alla semplicità dei disegni».
E al cielo grigio sopra Auschwitz fa da contrappunto – metafora potente di speranza – un  filo spinato raffigurato di tanti colori.
Le autrici – Baccelliere insegna nella scuola secondaria di primo grado ed autrice di vari libri per bambini e ragazzi mentre Liliana Carone è insegnante e illustratrice – hanno girato varie scuole. «Il riscontro», spiega Baccelliere, «è stato positivo, i professori hanno apprezzato il nostro modo delicato di raccontare la Shoah».
L’antologia dei racconti poetici – uno dei quali è stato premiato l’anno scorso ad un concorso austriaco – è scandita dalle citazioni, pensieri, riflessioni di molti deportati. Alla fine, c’è un piccolo alfabeto illustrato dello sterminio corredato da foto vere. C’è la Filastrocca della paura e quella del Sogno bambino più vari racconti. A predominare è l’interrogazione insistita tipica del colloquiare dei bambini. Ma che in questo caso riguarda anche gli adulti che di fronte a quell’orrore non possono far altro che chiedere perché.

Data: lunedì 27 Gennaio 2014
Fonte:
Famiglia Cristiana
Autore:
Antonio Sanfrancesco
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