Capitan Calamaio e il libro magico, di Massimiliano Micheli e Lenina Giunta, Progedit 2013, è la storia fantastica di un Capitano, che anziché combattere con le armi usa le parole; a bordo della Pergamena solca i Mari della Conoscenza, accompagnato dal nostromo Inchiostro; i timonieri Biro e Stilo; la danzatrice Penna…
Esiste nei Mari della Conoscenza un’isola galleggiante che si sposta seguendo la corrente: l’Isola del Sapere, che custodisce la Leggendaria Biblioteca.
Capitan Calamaio riesce a raggiungerla; Acquerella, custode e unica abitante dell’isola, gli affida l’incarico di divulgare la cultura cristallizzata nei libri custoditi nella Biblioteca.
La missione di Calamaio è minacciata dal feroce Capitan Macero, che cerca l’isola per distruggerla.
È pappacornacchia Petra che aiuta Calamaio, svelandogli il segreto del Libro Magico, dal quale dipendono le sorti dell’isola e dei suoi tesori.
Una storia fantasy-allegorica (che richiama il mitico Fahrenheit 451 di Bradbury) articolata secondo il registro dell’avventura pura; ma la vicenda si carica di senso, dunque distinguendosi al contempo dal generefeuilleton. Nel romanzo il sovrasenso, infatti, è anche la forza trainante delle azioni, lo scopo nobile è la diffusione della civiltà cristallizzata nei libri e conservata sull’isola del Sapere (che essendo mobile potrebbe in qualsiasi momento essere inghiottita). All’eroe con tutta la sua combriccola il compito non tanto di salvare l’isola (che tra l’altro non può contenere più di una persona) ma il prezioso bene che su essa si conserva: la biblioteca, dunque la cultura umana.
Un viaggio peripezia, arricchito da pericoli e ostacoli da superare per un fine nobilissimo che è anche una speranza per il genere umano, oggi minacciato dalla liquidità, in cui si può cancellare con un solo clic vissuti, speranze, sogni…
Un bel libro scritto a quattro mani da giovani autori che hanno sposato l’arte tout court essendo anche impegnati sul fronte teatrale, delle arti figurative, della poesia.