Storie per nonni che hanno voglia di giocare, magari mescolando realtà e finzione. Storie che possono raccontare ai loro coetanei, che i figli possono regalare ai genitori, che i nipoti possono condividere con i nonni, ritenendo fruttuosa la strada di una affettuosa mescolanza fra le età e le diverse esperienze di vita.
E’ “Nonni da favola” il libro di Marianna Pacucci con illustrazioni a colori di Clara De Cristo edito da Progedit.
Nonna Pallina, nonno Sprint, nonna Frittella, nonni che passano una vita tra i libri e nonni tecnologici al passo con i tempi. Tante storie in cui ogni racconto nasconde una morale, un valore da trasmettere: fedeltà, generosità, bontà, condivisione, accoglienza, gratitudine. Un libro delicato dove i piccoli e gli anziani scoprono il bisogno di rinnovare le radici comuni e di essere protagonisti di un incontro fra generazioni.
Le storie di questo libro non obbediscono a un’operazione nostalgica, al tentativo di riportare indietro le lancette dell’orologio per riassaporare il passato. Vogliono viceversa favorire l’esigenza di fare spazio al desiderio di un futuro che mantenga intatti i colori dell’arcobaleno dopo un cielo di pioggia.Per questo urgono le favole. Senza di esse la vecchiaia, come l’infanzia, rischia di trasformarsi in una grande tragedia: niente sogni da sognare, niente racconti da raccontare, nulla da insegnare e nulla da imparare nel gioco continuo in cui ci si dona reciprocamente il senso della vita.
I nonni del libro scoprono la voglia di giocare, di custodire o recuperare la dignità di uomini e donne che, nella semplicità della vita quotidiana, hanno cercato di costruire mediante esperienze e relazioni significative.
Il libro di Marianna Pacucci mostra il bisogno di favole che possano abbellire la realtà opaca del momento, ma anche di storie che possano svelarne la bellezza nascosta. Ovunque si trovino i vecchi: in casa, in un’associazione, in parrocchia, in una casa di riposo, nell’università della terza età o sulla piazza del paese. Perchè è auspicabile che la società contemporanea torni ad occuparsi di coloro che hanno generato il presente e il futuro. Condividere favole è la meravigliosa possibilità di ritrovare se stessi, elaborando insieme la speranza di un domani migliore.
Sullo sfondo resta ovviamente la realtà fatta di periferie, della fatica di sbarcare il lunario, segnata dalle separazioni o dall’assenza dei genitori troppo impegnati con il lavoro per occuparsi pienamente dei figli. Ecco perchè il testo si conclude con “Istruzioni per l’uso” secondo cui, gli anziani vanno visti come risorsa, come maestri di vita, come depositari di memorie ed esperienze.