Nota e significativa fu la presenza di viaggiatori stranieri in Italia, fino all’estremo lembo pugliese, dal secolo dei Lumi in poi. Meno conosciute sono invece le avventure dei pugliesi nell’isola di Gran Bretagna.
In questo filone si inseriscono le belle annotazioni su Londra e il suo territorio scritte dal primogenito di un’antica e nobile famiglia dell’antica Terra d’Otranto. Di questo personaggio sappiamo molto di più leggendo il libro di Federica Troisi, Salvatore Bacile di Castiglione. Un nomade salentino nell’Inghilterra vittoriana (Progedit editrice, 90 pagine, 20 euro). Il testo, molto ben illustrato, con straordinaria attualità riporta l’attenzione sui manoscritti che la figura versatile del Bacile di Castiglione scrisse, note finalmente riemerse dall’oblio del tempo. Appunti e considerazioni interessanti tali da fornire oltre che una concreta possibilità per conoscere l’aristocratico viaggiatore, anche la realtà via via descritta. Dopo una breve introduzione sui viaggiatori inglesi che nel «Grand tour» d’Italia giunsero sino in Puglia (basti ricordare Janet Ross) e i viaggiatori pugliesi in Inghilterra (Giacomo Lacaita e Sigismondo Castromediano, per citarne solo alcuni), seguono i brevi cenni biografici del «nomade» (la famiglia, l’uomo e l’artista). Si entra, infine, nel vivo visitando il castello di Chatsworth, Londra e poi i monti e i laghi di Scozia. Un vero viaggio con la fantasia grazie al dono della scrittura particolareggiata, infarcita di aneddoti curiosi.