Gentile Poeta Francesco Tanzi,
ho avuto la felicità di leggere il Suo ultimo libro e La ringrazio per l’occasione che mi ha dato, di riflettere su alcune tematiche che la raccolta evidenzia assai bene.
Mi parrebbe che tutto l’iter poetico possa essere contenuto tra due punti fermi che Ella ha evidenziato con singolare maestria: il titolo di inizio e la lettera finale, ovvero ”Tutti figli di Barabba” e “Lettera aperta ai Generali”.
Il Suo pensiero infatti, come io l’ho percepito, è greve di pesanti sospiri per la contemporaneità quotidiana che ci vede, chi è senza peccato scagli la prima pietra, ”tutti figli di Barabba”, ma conduce per mano noi lettori verso l’anelito finale di una Umanità, grazie ai Suoi versi, non più soltanto concettuale, che sostituisce ogni precedente valore per assumere forme estremamente estese , che comprendono l’intero universo vivente.
Mi sembra inoltre che la Sua poliedrica cultura letteraria si sia trasfusa poi in alcune esclusive liriche d’amore: un amore “maschio” che mi ricorda il dettame poetico di Paul Elouard e di altri poeti francesi al par di lui legati al movimento surrealista.
Sorprende anche la versificazione senza segni ortografici di alcun tipo, apparentemente senza un inizio e senza una fine , come calata nel “flusso della coscienza” così caro a James Joyce che certamente Ella ha meditato nel Suo lavoro di Artista.
Il Suo impegno sociale ha, a mio parere, accenni di vera novità quando assume gli animali a simbolo dei disastri compiuti dall’uomo: la gazzella d’Africa, gli agnelli immolati… che dilatano il concetto di umanità all’intero universo, strappandolo, uso i vocaboli della “Lettera ai Generali”, alla “supremazia” dell’uomo.
Gentile Poeta, accolga questi brevi pensieri e abbia simpatia per chi li ha scritti.