Nominare l’amico

Nominare l’amico

Nella sesta cornice del Purgatorio Dante incontra l’amico Forese Donati, che gli nomina ad uno ad uno i compagni di pena (la gola), suscitando in loro la soddisfazione di essere ricordati dai vivi (Dante, infatti, riferirà quanto ha visto), da cui potranno ottenere dei suffragi, che diminuiranno il tempo dell’espiazione. Dice Dante: “Molti altri mi nomò ad uno ad uno; / e del nomar parean tutti contenti” (Purg. XXIV, vv. 25-26).
Nominare per ricordare, ricordare per salvare l’amico, il parente ecc. espiante nel regno della Grazia e accelerare il passaggio dell’anima in paradiso. Da questo contesto è tratto il titolo Del nomar parean tutti contenti, con sottotitolo Studi offerti a Ruggiero Stefanelli, a cura di Pasquale Guaragnella, Maria Beatrice Pagliara, Pasquale Sabbatino, Leonardo Sebastio, Progedit, Bari 2011, pp. 858, un libro davvero ponderoso pubblicato nella collana Letterature diretta da Ettore Catalano. Il titolo, dunque, se ben interpreto l’analogia, contiene un buon auspicio, che il festeggiato possa godere degli scritti raccolti nel libro a lui dedicato come ne godono i festeggianti, colleghi e amici, e tutti i lettori che d’ora innanzi lo terranno in mano.
Ruggiero Stefanelli, professore di Letteratura italiana presso l’Ateneo barese, in quarant’anni di ricerca ha prodotto una messe notevole di scritti critici sugli autori della nostra letteratura: dalle tre corone fiorentine, Dante, Petrarca e Boccaccio, ai novecenteschi Pirandello e Montale, passando attraverso lo studio soprattutto degli autori dell’Ottocento italiano (Foscolo, Montani, ecc.). Ma è Dante l’autore preferito da Stefanelli, come ricorda Corrado Petrocelli, Rettore dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro,  nel Saluto che funge da introduzione al libro: Dante è stato “il centro, il fulcro primario, e vorrei dire il modello” (pp. V-VI) del percorso intellettuale di Stefanelli.
Non è un caso che proprio a Dante siano dedicate le prime, non poche pagine, del volume (pp. 1-214), e poi a Boccaccio, Ferrante Carafa, Poliziano, Vasari, Guido Casoni, e via via, risalendo i secoli della storia letteraria italiana, fino al Novecento di Corazzini, Vittorini, Moravia, Bontempelli, ecc., con un paio di escursioni al di fuori della nostra letteratura (Colette, E.W. Said). Come si vede, dunque, ai grandi e ai piccoli, i cosiddetti minori, è rivolta l’attenzione di ben cinquanta studiosi di molte università italiane (e non solo) che hanno voluto offrire un dono all’amico e collega mentre si accinge al meritato riposo, che poi, come si sa, riposo non sarà, poiché una vita di ricerca e di studi non si esaurisce quando la burocrazia ministeriale decide qual è il momento che tu vada in pensione. Si tratta di contributi sempre condotti secondo il sano metodo di una ricerca scientifica che trova nella storia e nell’interpretazione testuale i suoi costanti punti di riferimento e i suoi limiti invalicabili.
A Stefanelli mancherà senza dubbio il rapporto con gli studenti, la quotidiana pratica della didattica, a cui egli ha dedicato non solo i suoi anni di insegnamento, ma anche non pochi scritti teorici – ricordo per tutti Programmazione modulare e strumenti didattici della letteratura italiana, Stampa del Doge, Bari 2002 –; ma di sicuro non gli mancherà ancora materia di ricerca e di studio oltre che di intervento per così dire militante. Stefanelli, infatti, continua a dirigere la rivista “La Nuova Ricerca”, pubblicazione annuale del Dipartimento di Linguistica, Letteratura e Filologia Moderna dell’Università degli Studi di Bari, che fu fondata nel 1990 da Michele Dell’Aquila, un valido strumento di orientamento, approfondimento e ricerca nell’ambito delle lettere italiane, che ora appare fermo al numero 19 del 2010.
Facciamo anche noi, dunque, i migliori auguri a Ruggiero Stefanelli, con l’auspicio, ora che egli dispone a pieno del suo tempo libero, che la ricerca possa dare sempre migliori e più gustosi frutti. Del resto, non è questo il solo modo, per lo studioso, di guadagnarsi il paradiso?

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