“La luna e la focaccia”, le ruote della baresità

“La luna e la focaccia”, le ruote della baresità

Il volume del giornalista Vittorio Stagnani, pubblicto dalla Progedit, con la copertina del pittore Michele Damiani
Con la inconfondibile copertina di Michele Damiani è stato pubblicato da Progedit il volume di Vittorio Stagnani, giornalista e scrittore, "La luna e la focaccia".
Stagnani in questo volume ricostruisce la storia della focaccia barese, un alimento tra i più tradizionali e tipici italiani, partendo dalla preistoria, seguendo sapori, profumi e colori, sino ai giorni nostri, con una ricchezza di informazioni, storia, notizie, curiosità, tradizioni, ricette, varietà, ricordi e sapori. L’autore ha avuto la pazienza di interpellare decine e decine di personaggi tra scrittori, giornalisti, attori, poeti, pittori, registi, insegnanti, avvocati, gente comune, chiedendo ad ognuno di essi qualche particolare ricordo o curiosità sulla nostra buona e insostituibile "fecàzze". Ne è venuto fuori una sorta di vademecum della focaccia nel quale si legge di tutto: se si deve mangiare in piedi o seduti, se bere birra o vino. Insomma la focaccia fa rivivere ricordi, odori e sapori di gioventù, focaccia paragonata alla luna o a un seno da mordere, focaccia che ispira l’arte di un maestro come Michele Damiani, che la illustra con le sue tavole dipinte giusto per questo libro. Potrebbe definirsi l’enciclopedia della focaccia, perché Stagnani parla anche delle "sorelle", ossia le "altre" focacce, quelle di altre regioni e di altri paesi. Ed oggi possiamo contare anche sul Consorzio della focaccia barese, costituito il 14 aprile 2010, presieduto da Giovanni Di Serio.
Oltre alla numerose chicche presenti nel volume di Stagnani, sono da registrare le considerazioni di persone illustri, come il Sindaco di Bari, Michele Emiliano, che della focaccia scrive che è "uno dei grandi piaceri della vita". Corrado Petrocelli, Magnifico Rettore dell’Università di Bari, nella sua presentazione sottolinea come l’insostituibile alimento sia "Invitante, accattivante, seducente la fragranza della focaccia (nelle sue innumerevoli e fantasiose varianti) è uno degli odori che da sempre hanno la capacità di farsi catturare (e così di catturarci) mentre fluttuano nell’aria, Un ‘filo’ un’‘ombra’ che si insinua per le strade e nei vicoli, mescolandosi con la brezza salmastra e lieve dando vita a quell’essenza che ci ha accompagnato, sin dagli anni della prima scuola…”. Anche il Presidente della Camera di Commercio, Alessandro Ambrosi, esprime il suo parere sulla focaccia adagiata ‘iìnd’a la tiedde che na crosce d’egghie’. “È l’olfatto la miglior bussola per farsi orientare nella ricerca, e ad innestare un desiderio cui è difficile rinunciare. Un’esperienza che non ci si stanca mai di ripetere".
Tra le curiosità relative alla focaccia, vi è quella riferita a Pasquale Sorrenti, scrittore e poeta barese, gestore di una libreria in via Andrea da Bari, il quale una mattina aprendo il suo negozio, notò un gran disordine, un buco al muro, calcinacci disseminati qua e là, libri per terra. Normalmente in queste occasioni ci si agita, si chiama la polizia, ecc. Ma il buon Sorrenti non si scompose più di tanto. Posò la sua borsa, richiuse il locale e si diresse verso il "suo" panificio Arciuli in via Roberto da Bari e si mangiò la sua solita mezza ruota di focaccia. Dopo di che tornò in libreria, imprecò quanto bastava e telefonò ai carabinieri.
Infine, per concludere, una quartina di Giovanni Panza (1916-1994), a proposito della focaccia:

Che taralle e che fecazze
Tu t’allicche le mestazze.
Come calde d’o furne iesse
Pu uaddore diviinde fesse.

(Tarallini e focaccette/ son delizia del palato/ così buone, così schiette,/ dal profumo sei incantato).

Data: lunedì 6 Febbraio 2012
Fonte:
Barisera
Autore:
Vittorio Polito
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