LA VITA E’ UN VIAGGIO SULLA DUE CAVALLI
Un libro di Eugenio Scardaccione
Io ci provo», scrive Eugenio Scardaccione nel suo ultimo libro, e queste tre semplici parole sono l’essenza di “Tu secchi. Io fiorisco. Sogni viaggi e ricordi di un educatore impertinente” (Progedit, pp.122, euro 12), un volume che racchiude tutta un’esistenza basata sullo spirito magnifico della «prova».
Provare ad essere scomodo, provare ad educare, provare a promuovere la pace, provare a meravigliarsi e a guardare il mondo. Tutte scommesse che «Gegè», come molti conoscono Eugenio Scardaccione, ha lanciato e lancia ogni giorno nella sua vita. Preside, anzi dirigente scolastico come si dice oggi, Scardaccione raccoglie in questo libro sogni ed emozioni vissute, ricordi e incontri significativi. Il titolo richiama il precedente lavoro dello stesso autore, "Tu bocci. Io sboccio", uscito per la Meridiana nel 2004. E il richiamo è anche tra le pagine, perché ovunque aleggia la Scuola intesa come «scuola di vita», come esistenza quotidiana fatta di sconfitte e di vittorie ma pur sempre affascinante come un viaggio. Sì, perché si viaggia nella vita, nella maturazione, nella voglia di ricominciare.
Un viaggio, appunto. «Vivere – scrive Eugenio Scardaccione – con tempi rallentati e distesi, per dedicarli alle relazioni, a noi stessi, a coloro che ci vivono accanto. Questo ci aiuta a dare un senso e una giusta direzione al nostro errare, sia nel significato importante di sbagliare, sia in quello – ancora più decisivo – di viaggiare». Ed ecco dunque il viaggio secondo il Scardaccione-pensiero, un pensiero che può essere condiviso da chiunque abbia voglia di scoprire e di scoprirsi. In questo libro «Gegè» si scopre molto (nel senso che scopre molto di se stesso) ma ci fa anche scoprire quanto il viaggio e il ricordo siano fondamentali nel nostro modo di ampliare gli orizzonti. Certo, bisogna per forza andare per lidi lontani.
Scardaccione dimostra, riferendoci i suoi sogni e le sue memorie, che«viaggio» è anche la vita di ogni giorno, la riflessione orizzontale fatta dal balcone di casa (dal suo, a San Girolamo, anni fa si vedeva il mare) o l’incontro con personaggi come don Milani, frère Roger, ma anche canzoni, poesie, dialoghi con persone, voli fecondi. Ma «viaggiare per vivere» è anche il viaggio in senso stretto, la partenza per la Spagna, per l’India e il Nepal, per il Nord Africa a bordo di una Citroën due cavalli azzurra, in epoche in cui muoversi era un’avventura e non come lo è a volte oggi un giro «toccata e fuga» su voli low cost.
Frammenti, emozioni con un punto di partenza decisamente meridionale: i «calanchi» descritti da Carlo Levi, della terra lucana in cui Scardaccione è nato. E alla quale deve il suo amore per la lentezza, per la scoperta e la voglia di fiorire.
e. sim.